Quanto guadagna Faker? Il “re demoniaco” degli eSports campione di LoL

Lee Sang-hyeok, conosciuto globalmente come “Faker”, è una delle leggende viventi nel mondo degli eSports. Nato e cresciuto in Corea del Sud, Faker ha rivoluzionato completamente il panorama di League of Legends, diventando il giocatore più vincente e rispettato del settore.

Fin da giovane, Faker era noto per la sua natura introversa e riflessiva. Amava dedicarsi a puzzle e rompicapi, trovando nella stimolazione mentale un rifugio sicuro con cui impiegare il suo tempo. Tuttavia, tutto cambiò quando vennero rilasciati i server coreani di League of Legends. Affascinato dal gioco, Faker iniziò a giocare, raggiungendo in meno di un anno la prima posizione in classifica. Il suo innegabile talento e la sua dedizione lo hanno reso un fenomeno irrefrenabile, attirando rapidamente l’attenzione delle maggiori organizzazioni di eSports.

L’inizio della carriera professionale

Nel 2013, a soli diciassette anni, Faker fu reclutato dagli SK Telecom T1 (SKT). All’epoca, l’organizzazione era divisa in due squadre, SKT 1 e SKT 2 e, nonostante fosse il suo primo anno competitivo, Faker portò la sua squadra al terzo posto, dimostrando subito il suo immenso potenziale.

Questa prestazione spinse gli SKT a unire le forze in un unico team, con Faker come figura centrale. Nacque così la leggendaria formazione che avrebbe dominato la scena globale di League of Legends. Conosciuto come “The Unkillable Demon King“, Faker ha guadagnato questo soprannome grazie alle sue prestazioni eccezionali, mantenendo una media di morti per partita tra le più basse in ogni stagione.

Premi, sponsor e investimenti

Faker, con un patrimonio netto stimato tra i 6 e gli 8 milioni di dollari, rappresenta un caso unico nel mondo degli esports. Per confronto, questo valore è circa 73 volte superiore a quello medio di un americano.

La sua fonte primaria di reddito proviene dal generoso stipendio che incassa ogni anno come giocatore professionista per T1, una cifra che secondo voci non confermate sfiora le sei cifre in dollari. Tuttavia, il vero catalizzatore della sua ricchezza sono i premi da tornei: la sua squadra ha incassato un incredibile montepremi di 2 milioni di dollari solo nel 2016, con successi continui anche negli anni successivi. Inoltre, le lucrose sponsorizzazioni con marchi globali come Uniqlo, Samsung, BMW, Nike, Red Bull e Razer contribuiscono notevolmente al suo portafoglio.

Con migliaia di fan che lo seguono in streaming su piattaforme come Twitch, le entrate da abbonamenti, donazioni e pubblicità sono ulteriori fonti di reddito che incrementano costantemente il suo patrimonio. Non solo un campione nei giochi, ma anche un imprenditore astuto, Faker ha investito in progetti come la “Faker Tower” in Corea del Sud e possiede una quota di SK T1, ulteriormente consolidando la sua posizione come uno dei giocatori più influenti e ricchi nel panorama degli esports.

La persona dietro la leggenda

Dietro la sua facciata di invincibilità, Faker è una persona estremamente riservata e umile. La sua zia, in un episodio della serie “Legends Rising” dedicata ai pro player, ha rivelato che da bambino era così introverso che i suoi compagni di classe pensavano fosse muto. Preferiva il silenzio e la riflessione ai rapporti sociali, trovando nei videogiochi una via di fuga e un modo per esprimere il suo vero sé.

Nel corso della sua carriera, Faker ha affrontato anche momenti difficili. Nel 2016, gli SKT non riuscirono a qualificarsi per i Mondiali, e questo è stato un duro colpo per la squadra e per i fan. Nonostante ciò, Faker non si arrese. Con determinazione e tenacia, guidò il suo team al successo l’anno successivo, dimostrando ancora una volta perché è considerato il migliore. Questo trionfo ha cementato ulteriormente la sua leggenda, mettendo a tacere le malelingue che avevano dubitato delle sue abilità per via della mancata qualificazione l’anno precedente.

Un eroe per le generazioni future

Oggi Faker è un simbolo della cultura dei videogiochi in Corea del Sud e nel mondo degli Esport in generale. Nonostante la sua timidezza, è amatissimo dai fan per la sua umiltà e per la sua abilità come pro-player. È un modello per tantissimi giovani che sognano di seguire le sue orme e la sua capacità di rimanere umano e vulnerabile, pur essendo un titano nel suo campo, lo rende un personaggio quasi impossibile da odiare.

Faker è spesso paragonato a leggende sportive come Michael Jordan per il suo impatto sugli eSports e la sua inclusione nella Hall of Fame degli eSports da parte dell’ESL è solo uno dei tanti riconoscimenti che attestano la sua grandezza. Nonostante questo, è forse azzardato paragonare due personaggi tanto diversi cercando di trovarne punti in comune in universi talmente distanti da non appartenere allo stesso insieme.

Io non penso a una giocata, agisco e basta. È più come un istinto animale, faccio quello che ho bisogno di fare”. Questa frase, detta nel corso di un’intervista, incarna perfettamente l’essenza di Faker, un giocatore che segue il suo istinto e continua a dominare il campo, stagione dopo stagione. Ma Faker non è solo un giocatore, è una leggenda vivente, e il mondo degli eSports attende con ansia di vedere chi, se qualcuno, riuscirà a superare “The Unkillable Demon King“.


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