Se c’è un titolo, nella storia dei videogiochi arcade, che ha definito un’intera era è sicuramente Pac-Man. Uscito nel 1980, il capolavoro di Namco non solo ha conquistato milioni di giocatori, ma ha anche stabilito lo standard per i cosiddetti giochi “a punteggio”, ovvero quei giochi in cui il gioco consisteva nel battere il punteggio del primo in classifica. Tuttavia, dietro l’apparente semplicità dei suoi labirinti colorati si nasconde un mistero che pochi conoscono: il cosiddetto Kill Screen del livello 256. Questo non è un finale “classico”, con fanfare e applausi virtuali, né una ricompensa per le centinaia di ore spese a divorare palline e fantasmi. È piuttosto il risultato di un bizzarro errore tecnico che ha reso il gioco immortale… ma anche inevitabilmente infinito.
Partiamo dai fatti: Pac-Man non è mai stato progettato per avere un finale. Come molti giochi arcade dell’epoca, l’obiettivo era semplice ma ambizioso: spingere il giocatore a battere i propri limiti e raggiungere punteggi sempre più alti. Ma allora cosa succede al livello 256?
Grazie a un limite tecnico della programmazione a 8 bit, Pac-Man può gestire solo numeri fino a 255. Quando il gioco tenta di generare il livello successivo, accade qualcosa di inaspettato: i dati necessari per disegnare il labirinto “vanno in tilt”. Il risultato? La metà destra dello schermo si trasforma in un groviglio di simboli casuali e numeri incomprensibili, una sorta di caos visivo che sembra provenire da un universo parallelo glitchato, Sebbene la metà sinistra dello schermo rimanga intatta e tecnicamente giocabile, completare il livello diventa impossibile. I frutti, le palline e i fantasmi sono ormai persi in un limbo digitale a cui non si può più accedere. Questo bug, chiamato Kill Screen, non blocca il gioco ma lo rende inutilizzabile, segnando di fatto la “fine” di Pac-Man.
A posteriori, il livello 256 rappresenta una sorta di “finale involontario”, un segnale che Pac-Man ha raggiunto il limite delle sue capacità tecniche. Eppure, proprio questo glitch è diventato leggendario. Giocatori di tutto il mondo hanno sfidato il tempo per arrivare a questa soglia proibita, trasformando il Kill Screen in una sorta di traguardo onorifico.
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