Rosewater: un’avventura punta-e-clicca western insolita e affascinante | Recensione

Come ogni buon western che si rispetti, Rosewater inizia con un treno. Ma non aspettatevi sparatorie, assalti da banditi mascherati o fughe rocambolesche sui tetti dei vagoni: qui l’azione si gioca sul filo delle parole, delle scelte e della scoperta. Questo nuovo titolo di Grundislav Games, sequel spirituale di Lamplight City, prende i classici elementi del western e li modella in una narrazione più intima e sfumata, dove il mito della frontiera si mescola a un’estetica steampunk e a una profonda riflessione sul senso di appartenenza e cambiamento.

Un viaggio giornalistico tra mistero e avventura

La protagonista di questa avventura punta e clicca è Harley Leger, una giornalista in cerca di una storia da raccontare. Arrivata a Rosewater per lavorare al Rosewater Post, la giovane reporter si ritrova ben presto invischiata in una caccia al tesoro che la porterà attraverso territori sconosciuti, accompagnata da una variegata compagnia di personaggi piuttosto strambi. Nel corso della nostra avventura incontreremo personaggi come il vanitoso showman Gentleman Jake Ackerman, l’intraprendente assistente Danny Luo, il carismatico ribelle Filomeno Marquez, l’aspirante dottoressa Nadine Redbird e la coriacea conducente di carovane Lola Johnson. Insieme, attraverseranno terre polverose, cittadine dimenticate e luoghi carichi di storie, incontrando banditi, mercanti, rifugiati e truffatori.

A differenza dei soliti western, in Rosewater il viaggio non è una linea retta che conduce alla vendetta o alla conquista di un avamposto, ma una strada tortuosa disseminata di incontri e scelte (importanti). Ogni tappa è un microcosmo narrativo a sé, un mosaico di eventi che si incastrano nel quadro più grande. Il gioco non ha fretta di portarci alla meta, e anzi ci invita a goderci ogni deviazione, ogni dialogo e ogni piccolo enigma.

Il punto di forza di Rosewater è senza dubbio la sua scrittura. I dialoghi sono arguti, ben costruiti e ricchi di sfumature, mentre i personaggi emergono con caratterizzazioni vivide e dettagliate. Che si tratti di una truffa con un finto sensitivo, di un vecchio capitano di mare che ha trovato rifugio nel deserto o di una tappa forzata presso un gruppo di religiosi fin troppo amichevoli, ogni incontro è un tassello che arricchisce la nostra comprensione di questo West alternativo.

Non tutto, però, è esente da difetti: alcuni minigiochi risultano poco ispirati e alcuni enigmi potrebbero mettere a dura prova la pazienza, ma nel complesso l’esperienza rimane coinvolgente. L’elemento investigativo si mescola bene con puzzle ambientali e piccoli misteri da risolvere, il tutto reso ancora più intrigante dal diario di Harley, una finestra sui suoi pensieri e sulle sue osservazioni.

Oltre alla sua struttura narrativa, Rosewater spicca anche per la sua interpretazione del mito del West. Qui la frontiera non è una terra di conquista, ma uno spazio di fuga e di ricerca. Il gioco non ignora le ombre della storia, ma le affronta con consapevolezza, mostrando le conseguenze del colonialismo e delle lotte di potere, ma sceglie di mettere al centro le storie di chi cerca di costruirsi una nuova vita in un mondo che sembra essersi lasciato alle spalle la sua epoca d’oro. Harley, con il suo taccuino invece che una pistola, incarna perfettamente questa visione: la sua avventura non è una lotta per il dominio, ma un viaggio alla ricerca di una verità, personale e collettiva. E quando il gruppo si avvicina a El Presidio, il senso di spaesamento cresce. La libertà della strada lascia il posto alla tensione della civiltà, e la sensazione di essere osservati diventa sempre più pressante. Rosewater riesce a trasmettere con maestria questa transizione, portandoci a riflettere su cosa significhi davvero trovare un posto a cui appartenere.

Con la sua atmosfera davvero unica (tipica dei giochi punta-e-clicca), la sua narrazione stratificata e un cast di personaggi oggettivamente memorabili, Rosewater è un titolo che merita l’attenzione di chiunque ami le avventure narrative vecchio stile. Non è certamente un gioco per chi cerca azione frenetica, ma piuttosto per chi vuole immergersi in un mondo ricco di storie, dialoghi brillanti e momenti di pura esplorazione emotiva. Se siete pronti a lasciare che il West vi racconti le sue storie in una chiave nuova e affascinante, allora Rosewater è il viaggio che fa per voi.


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