Pokémon Shock, l’episodio più controverso di tutta la storia dei mostriciattoli Nintendo

Nel vasto panorama dei videogiochi, ci sono momenti che vanno oltre il semplice intrattenimento e si imprimono nella memoria collettiva per sempre. Uno di questi momenti è accaduto nel 1997, quando un episodio di Pokémon ha scatenato una crisi di convulsioni in Giappone, portando a una reazione senza precedenti nell’industria dei media e dei videogiochi.

Nel dicembre del 1997, durante la trasmissione dell’episodio “Dennō Senshi Porygon” (tradotto in inglese come “Electric Soldier Porygon“) della serie animata Pokémon in Giappone, migliaia di bambini hanno subito attacchi epilettici improvvisi. Questo incidente è stato definito dalla stampa giapponese come “Pokémon Shock” ( ポ ケ モ ン シ ョ ッ ク – Pokémon Shokku ) e si riferisce alla messa in onda del 38° episodio della prima serie di Pokemon prima citato. La causa di questo fenomeno fu presto identificata: una sequenza lampeggiante di luci rosse e blu durante una scena in cui Pikachu sconfigge dei missili con un attacco elettrico.

Nell’episodio menzionato, si narra una delle molte avventure di Ash e dei suoi compagni di viaggio. Durante questa avventura, scoprono un’anomalia nel sistema utilizzato per il trasferimento dei Pokémon da un Centro Pokémon all’altro. Il malfunzionamento è dovuto al rapimento da parte del Team Rocket di un Porygon, una creatura capace di navigare nello spazio cibernetico e di richiamare a sé tutte le Pokéball nel sistema di trasferimento. Per risolvere la situazione, i giovani allenatori, accompagnati da Pikachu, vengono inviati nel cyberspazio con un altro Porygon per contrastare il Team Rocket e il sistema antivirus inviato contro l’attacco informatico. Alla fine, tutto si risolve positivamente: Pikachu utilizza la sua mossa “fulmine” contro i missili antivirus, causando un’esplosione di colori blu e rossi. Il Team Rocket viene espulso dal cyberspazio e l’ordine è ripristinato.

Ma la reazione alle convulsioni dei bambini non si è fatta attendere. Le autorità sanitarie giapponesi hanno immediatamente emesso avvisi pubblici per avvertire i genitori di monitorare da vicino i loro figli durante la visione dei programmi televisivi. Le trasmissioni televisive dell’episodio sono state interrotte e Pokémon è stato oggetto di una massiccia campagna di censura.

L’incidente ha avuto un impatto piuttosto duraturo sull’industria dei videogiochi, con un’attenzione più rigorosa alla sicurezza visiva nei media interattivi. Nintendo e gli altri produttori di videogiochi hanno introdotto regole più severe per garantire che i loro prodotti fossero sicuri per tutte le fasce di età, compresi i bambini, evidenziando l’importanza di un rigoroso controllo qualità e della sicurezza visiva nei media, soprattutto nei videogiochi e negli anime, dove stimoli visivi rapidi possono avere effetti collaterali imprevisti sui giovani spettatori. Questo ha anche portato a una maggiore consapevolezza pubblica sui rischi associati ai giochi e ai programmi televisivi per bambini in generale.

Anche se l’episodio “Dennō Senshi Porygon” rimane uno dei momenti più “oscuri” nella storia di Pokémon, ha anche messo in luce l’importanza di una produzione responsabile e della sicurezza nei media per bambini, diventando un promemoria dei potenziali rischi associati ai contenuti visivi e dell’importanza di proteggere la salute e il benessere dei giovani spettatori.

Di seguito, lo spezzone dell’episodio incriminato. Se si soffre di crisi epilettiche o di disturbi associati, sconsigliamo la visione di questo video:

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