Enotria: The Last Song, un soulslike immerso nel folklore italiano

Negli ultimi anni, i giochi cosiddetti soulslike stanno attraversando un periodo d’oro, con titoli come “Lies of P” e “Black Myth: Wukong” che hanno spinto questo genere verso nuove direzioni, mescolando meccaniche già consolidate da tempo con ambientazioni inedite e innovative. Se Lies of P si ispirava alla cupa rivisitazione della fiaba di “Pinocchio” e “Black Myth: Wukong” al romanzo “Il Viaggio in Occidente“, “Enotria: The Last Song” affonda le sue radici nel folklore italiano.

La prima cosa da notare su “Enotria” è che, nonostante i suoi difetti, è visivamente affascinante. Le maschere decorative e i costumi carnevaleschi che si vanno indossando durante il gioco, come “Il Senza Maschera“, danno al gioco un’estetica unica, e le spiagge sabbiose e i villaggi rustici aggiungono un tocco davvero originale. Ogni regione ha il proprio sapore distintivo, anche se il design delle mappe può sembrare un po’ lineare per chi è abituato ad altri titoli del genere. Nonostante la linearità delle mappe, il vero punto di forza di Enotria è la varietà delle ambientazioni. Nella seconda regione, per esempio, si esplorano rovine greche antiche e si combattono eserciti di conquistadores armati di cannoni. Anche se i mini-boss tendono a essere ripetitivi alla lunga, i boss principali sono visivamente intricanti e tematicamente coerenti con il folklore del nostro Bel Paese.

Sebbene non sia corretto paragonare Enotria a titoli come Lies of P o Black Myth: Wukong, considerando che è sviluppato da uno studio relativamente piccolo, il prezzo non è così distante, quindi è importante sapere cosa aspettarsi da questo gioco.

Il combattimento è certamente il punto debole di Enotria: manca quella fluidità fondamentale che fa sentire il giocatore in controllo del sistema e capace di padroneggiarlo. Il sistema di combattimento è eccessivamente incentrato sulla parata, per certi versi molto simile a “Sekiro”. La maggior parte delle battaglie consiste nel parare attacchi per riempire un indicatore di stordimento e infliggere un colpo critico. A meno che non si investa pesantemente nel sistema di abilità del gioco, il 90% del combattimento si riduce a parare o, occasionalmente, attaccare se si dispone di un’arma veloce. Le combinazioni di attacchi sono semplici e spesso non equilibrate rispetto al comportamento dei nemici, con armi lente come alabarde o spade giganti che non trovano spazio per essere efficaci contro i nemici più rapidi.

Un altro elemento poco riuscito è il sistema degli elementi, che è stranamente molto simile a quello visto nei videogiochi dei Pokémon. Durante il gioco, ci si imbatte in nemici legati a uno specifico elemento, e per infliggere danni significativi è necessario utilizzare l’arma giusta infusa con l’elemento corrispondente. Sebbene il gioco permetta di cambiare rapidamente equipaggiamento, questa meccanica sembra un po’ limitante, riducendo la libertà di costruzione del proprio personaggio.

Enotria presenta numerosi sistemi e meccaniche, ma questi sono introdotti tutti all’inizio del gioco, lasciando il giocatore da solo a destreggiarsi tra essi. Oltre al classico sistema di livellamento da “soulslike“, ci sono le “Vie degli Innovatori“, un albero di abilità passive che modificano le capacità di combattimento e infusione delle armi. Infine, ci sono le maschere, che si ottengono sconfiggendo boss o raccogliendo frammenti e che possono sbloccare nuove abilità. Queste abilità impiegano molto tempo per essere caricate e possono essere facilmente interrotte durante l’animazione, rendendole spesso più rischiose che utili, riportandovi presto alla cara e vecchia parata.

Enotria è chiaramente un lavoro fatto con passione per quanto riguarda l’ambientazione, ma ciò rende ancora più frustrante quando l’esperienza complessiva non riesce a raggiungere il suo pieno potenziale. Piccoli miglioramenti nel bilanciamento delle armi, nelle animazioni dei nemici e nelle meccaniche di combattimento avrebbero potuto fare una grande differenza, ma al momento il gioco è questo.

Nonostante tutto, Enotria potrebbe comunque affascinare chi è particolarmente interessato a questo tipo di ambientazione ma chi cerca una vera innovazione nel combattimento, o un’esperienza che fluisca come un’estensione naturale del giocatore, potrebbe rimanere deluso. Il gioco ha il potenziale per essere qualcosa di molto più grande, ma al momento manca di quella scintilla che rende i migliori “soulslike” davvero memorabili.


Clicca qui per seguire eSports247.it su Google News

Leave a Comment