Una burla su Crash Bandicoot è virale ormai da anni. Addentriamoci nel dibattito sulle traduzioni “creative” dei titoli in Spagna.
In Spagna, le traduzioni dei titoli di film e videogiochi hanno spesso suscitato perplessità, sia tra il pubblico locale che all’estero. Esempi come La jungla de cristal per Die Hard o La salchicha peleona per Beverly Hills Ninja sono diventati emblematici di questo fenomeno.
Periodicamente, una immagine che circola con insistenza sul web riaccende il dibattito. Tutto nasce da un post pubblicato su Twitter qualche tempo fa, con un’immagine modificata del CD del videogioco Crash Bandicoot, grande classico videoludico, rinominato ironicamente “Carlos, el topo que gira”.
Molti, grazie alla classica eco che questo tipo di immagini destinate a diventare virali ottengono, hanno quindi preso l’immagine per veritiera: se alcuni hanno colto l’ironia (per certo gli spagnoli che hanno giocato a Crash Bandicoot), altri hanno preso l’immagine alla lettera, alimentando discussioni, mentre altri ancora hanno deciso di replicare lo humor originario.
Un altro utente ha quindi condiviso un’immagine in cui il personaggio di Sonic viene presentato come “El Prisas”, suggerendo che in Spagna venga chiamato così, mentre qualcuno ha affermato che Zelda sarebbe noto come “José Luis” (e in questo caso l’ironia è anche maggiore, se è vero che Zelda è una donna – la principessa del regno di Hyrule, per la precisione).
Queste parodie, al netto dello humor, tendono a mettere in luce una tendenza consolidata nella traduzione spagnola di titoli, dove spesso si preferisce un adattamento creativo piuttosto che una traduzione letterale. Oltre ai già citati esempi, troviamo ¡Olvídate de mí! per Eternal Sunshine of the Spotless Mind e Soñando, soñando… triunfé patinando per Ice Princess. Queste scelte, sebbene talvolta efficaci nel catturare l’attenzione del pubblico, possono risultare fuorvianti o eccessivamente fantasiose.
E nel nostro Paese? Anche in Italia non siamo immuni a traduzioni quantomeno discutibili. The Sound of Music è stato tradotto come Tutti insieme appassionatamente, mentre The Parent Trap è diventato Genitori in trappola. O ancora, il film culto degli anni ’90 Home Alone in Italia è Mamma ho perso l’aereo, e il film generazionale Rebels without cause è noto come Gioventù Bruciata (e in quest’ultimo caso possiamo anche vedere una sorta di scelta politica: da Ribelli senza ragione a Giovani bruciati).
Cosa ci insegna il caso di “Carlos, el topo que gira”? È un ottimo promemoria dell’importanza di un equilibrio tra fedeltà all’originale e adattamento culturale (se l’obiettivo è rendere i titoli accessibili e accattivanti per il pubblico locale, è fondamentale evitare distorsioni che possano alterare il significato originale o generare confusione) ma soprattutto è un ottimo promemoria per ricordare di non prendere alla lettera tutto quello che viene condiviso in rete.
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