Vi ricordate di Infamous? Che fine ha fatto l’esclusiva Sony che aveva introdotto gli “X-Men” nel mondo Playstation

Tra le tante proprietà intellettuali dei Playstation Studios, Infamous è una di quelle che meriterebbe di tornare in grande stile, magari sulla prossima ammiraglia di casa Sony, ma che sembra essere uscito dai piani dell’azienda nipponica.

Sin dai tempi della prima Playstation, Sony ha puntato forte sulle proprie esclusive, cercando di replicare il modello di successo portato avanti con fierezza da quella che all’epoca era l’azienda leader del settore (Nintendo) e che ancora oggi riesce a mantenersi al vertice proprio per la qualità e l’unicità delle proprie proprietà intellettuali.

Un tentativo che è riuscito solo in parte, poiché se è vero che nei 31 anni di attività nel settore videoludico i Playstation Studios sono riusciti a produrre IP di grande pregio e di grande successo, va detto che nessuna di queste (esclusa Gran Turismo che però è in fase calante da tempo) è riuscita a diventare icona stabile di questo universo.

Se Nintendo può sempre contare sull’appeal di Mario, Zelda, Donkey Kong, Playstation è passata dall’affidarsi a Crash Bandicoot su PS1, per poi passare a Jak and Daxter e Ratchet & Clank nell’epoca PS2, a Nathan Drake e Kratos su PS3, Ellie e Aloy su PS4 ed in questa generazione sul più accattivante per i piccoli Astro.

Produrre sempre esclusive nuove è stato indubbiamente uno dei segreti del successo di Sony in questo settore, ma il poter contare su un brand sempre riconoscibile è un qualcosa che garantisce fidelizzazione. Non è un caso che si sia cercato di dare quel senso di continuità anche in questa generazione attraverso accordi commerciali che hanno portato esclusive temporali come Final Fantasy e Silent Hill, due dei giochi più amati della prima console Sony.

Proprio per questo si stenta a capire per quale ragione l’azienda giapponese non peschi dal suo immenso catalogo di IP alcune di quelle che hanno fatto la storia. Naughty Dog gode dell’assoluta libertà e vuole sperimentare, ma perché non affidare Uncharted ad un nuovo studio, magari comporto in parte da alcuni creativi che hanno partecipato allo sviluppo dei precedenti capitoli? Perché non sfruttare l’interesse del pubblico per sequel di Killzone, The Order, Syphon Filter, The Legend of Dragoon, Jak and Daxter, Gravity Rush, Ico o Forbidden Siren?

Gran parte dei creativi che hanno dato vita a questi brand non fanno più parte degli studi interni di Sony, ma questo non giustifica la damnatio memoriae a cui l’azienda ha condannato giochi che oggi potrebbero avere successo. Una dimostrazione? L’ultimo Silent Hill pesca a piene mani dalle atmosfere e dalle dinamiche di Forbidden Siren, Astro Bot ha dimostrato che i platform alla Jak and Daxter possono avere ancora successo ed Expedition 33 che lasciando spazio alle idee si possono proporre ancora jrpg classici come The Legend of Dragoon.

Perché Infamous meriterebbe oggi una seconda possibilità

Il primo capitolo di questa sfortunata saga è uscito su PS3 nel 2009 ed è stato accolto sia dalla critica che dal pubblico in modo tiepido. Si trattava della risposta Playstation al fenomeno Prototype, un videogame che ti metteva nei panni di un mutante dotato di super poteri all’interno di una società in cui questa diversità veniva vista come un pericolo da eliminare.

Il contesto narrativo pescava a piene mani dall’universo degli X-Men, ma il mondo in cui si muoveva il protagonista era ancora più brutale e soffocante. Nel corso dell’avventura vivevamo il dramma dell’isolamento e della discriminazione e al contempo dovevamo scegliere in che modo sfruttare i nostri poteri, se porli al servizio di un bene superiore incarnando lo stereotipo del supereroe classico o lasciarci trascinare dal lato oscuro.

Questo senso di libertà decisionale si applicava anche al gameplay, le capacità del protagonista permettevano di muoversi a grande velocità, sia orizzontalmente che verticalmente, nonché di esplorare ogni anfratto della città senza alcun vincolo o muro invisibile. I combattimenti erano inoltre divertenti e spettacolari, impreziositi da un sistema di evoluzione delle capacità che dava un senso di quasi onnipotenza sul finire dell’avventura.

Oggi di giochi così semplicemente non ne esistono e un nuovo capitolo della saga, con la grafica e le potenzialità odierne potrebbe fare successo nonché dare un senso di varietà ad una lineup che nell’ultimo periodo è apparsa troppo incentrata su esperienze narrativamente eccelse ma ludicamente tutte molto simili.


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