Il primo Kingdom Come Deliverance (ben 7 anni fa ormai) aveva sorpreso il pubblico con la sua ambiziosa proposta: un GDR storico realistico, crudo e immersivo, che pur afflitto da diverse imperfezioni tecniche e bug (chi segue il canale di QDSS sa di cosa parlo) si rivelava un diamante grezzo dal potenziale enorme. Kingdom Come Deliverance 2 riprende il testimone, portando un gioco dalle fondamenta più solide e una profondità ancora più marcata.
Un ritorno tra le terre di Boemia
Il sequel riprende la storia di Henry di Skalica subito dopo gli eventi del primo capitolo. L’ombra di Sigismondo d’Ungheria incombe ancora sulla Boemia, e Henry si trova invischiato in un intrigo che lo porterà lungo un percorso di crescita, vendetta e diplomazia. La narrazione si sviluppa con un’introduzione graduale ma piuttosto efficace, che permette di riprendere confidenza con le meccaniche del gioco prima di lanciarsi in un mondo aperto vasto e veramente ricco di dettagli.
Warhorse Studios ha fatto un lavoro davvero eccellente nel rendere Kingdom Come Deliverance 2 ancora più “libero” e reattivo rispetto al precedente capitolo. Le missioni presentano approcci e soluzioni diverse, il che rende l’esperienza di gioco decisamente più personale e profondamente intima. Persino il fallimento di una missione non significa necessariamente la fine di un incarico, ma può aprire nuove strade, rafforzando quella sensazione di stare interagendo in un mondo vivo e dinamico.
Il quest design più flessibile e l’intreccio narrativo non lineare contribuiscono a creare un racconto che non si limita a un banale scontro tra bene e male, ma esplora una vasta gamma di sfumature morali nel quale ci si può riconoscere (e di conseguenza scegliere). Inoltre, il sistema di salvataggio, basato sull’uso di un oggetto speciale, torna a incentivare decisioni ponderate e a disincentivare il cosiddetto “save scumming” che tanto rovina esperienze del genere.
Un mondo vivo e credibile
Il cuore del gameplay è sempre il combattimento “realistico”, che in questo secondo capitolo è stato affinato per offrire un’esperienza un po’ più accessibile senza perdere la sua profondità strategica. Il numero di traiettorie d’attacco e difesa è stato ridotto per rendere il sistema più immediato, mentre l’introduzione di nuove armi, tra cui balestre, schioppi e le armi ad asta, che finalmente trovano una loro piena implementazione, ha aggiunto un’ulteriore varietà alle battaglie. L’equipaggiamento ha un ruolo chiave, con un sistema di armature che influisce sugli scontri, in linea con la visione storica della serie.
L’esplorazione di Kingdom Come Deliverance 2 è un piacere grazie a una Boemia medievale straordinariamente dettagliata e credibile. Il mondo di gioco si espande rispetto al primo capitolo, introducendo nuove regioni e la splendida città di Kuttenberg, un centro pulsante di corruzione, povertà e bellezza architettonica.
Il sistema di reputazione e il comportamento degli NPC contribuiscono a rendere l’ambientazione ancora più immersiva, con reazioni credibili alle azioni del protagonista. E come non citare il fedele cane Mutt, che aggiunge un nuovo livello di interazione, assistendo Henry in combattimento, nei momenti di furtività e nella ricerca di oggetti. L’evoluzione del protagonista, Henry, segue lo stesso principio del primo capitolo: si migliora con la pratica. Ogni azione contribuisce all’aumento delle abilità, e il sistema di progressione sembra essere più raffinato e accessibile. Le competenze dialettiche giocano un ruolo ancora più importante, influenzate non solo dalle parole scelte, ma anche dall’aspetto e dall’igiene del personaggio (sì, avete capito bene).
Una delle novità più apprezzate è sicuramente la possibilità di forgiare armi, un’aggiunta che arricchisce ulteriormente il sistema di crafting, oltre alla sempiterna alchimia, già presente nel primo titolo, che torna con un miglior bilanciamento e maggiore utilità nel corso dell’avventura.
Aspetti tecnici e comparto audiovisivo
Dal punto di vista tecnico, Kingdom Come Deliverance 2 segna certamente un miglioramento rispetto al primo capitolo, pur non essendo esente da difetti. Il CryEngine personalizzato offre paesaggi mozzafiato e un’illuminazione incredibilmente raffinata, grazie all’implementazione del voxel cone tracing al posto del ray tracing. Nonostante questo, permangono alcuni dei difetti che avevano reso il primo capitolo “ingiocabile” per molti, sono rimasti. Bug, crash occasionali e imperfezioni nelle animazioni facciali e nella gestione delle inquadrature durante i dialoghi fanno perdere la magia di immedesimazione che gli splendidi paesaggi del gioco riescono ad offrire.
L’accompagnamento sonoro è di altissimo livello, con un’epica colonna sonora orchestrale che enfatizza le atmosfere medievali in ogni momento senza mai essere di troppo. Gli effetti audio, dai clangori delle spade ai rumori ambientali, contribuiscono ulteriormente ad un’immersione che cede solo nei momenti sopra citati.
Nel complesso, però, pur mantenendo alcune imperfezioni tecniche, Kingdom Come Deliverance 2 si conferma un’opera di rara profondità e fascino. Warhorse Studios ha affinato la formula originale senza tradire lo spirito della serie, offrendo un’esperienza di gioco ricca di scelte significative, combattimenti appaganti e una narrazione coinvolgente. Chi ha amato il primo capitolo troverà in questo sequel un mondo ancora più ricco e immersivo, mentre chi si avvicina alla saga per la prima volta scoprirà un GDR unico nel suo genere, capace di offrire centinaia di ore di avventura medievale indimenticabile. Se siete pronti a immergervi in un’epopea storica, Kingdom Come Deliverance 2 è un viaggio che vale assolutamente la pena intraprendere.
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