I goty mancati, non sempre i vincitori fanno la storia: tutti i videogame che hanno sfiorato il titolo di miglior gioco dell’anno

Ci sono anni in cui premiare un singolo gioco risulta insufficiente a dare il giusto riconoscimento a chi ha permesso ai videogiocatori di intrattenersi con il proprio medium preferito: il caso Expedition 33 ci permette di fare luce su tutti quei vincitori morali che hanno dato un enorme contributo all’industria videoludica e sono riusciti a conquistare un posto speciale nel cuore di coloro che vivono di questa passione.

Partiamo chiarendo che questo ragionamento non vuole essere una critica nei confronti del gioco che ha vinto più premi nella storia dei TGA (nessuno aveva portato a casa 9 statuette in una singola edizione), il titolo di Sandfall Interactive ha meritato di dominare l’edizione 2025 perché è uno di quelli che riesce nell’intento di elevare il videogame al di sopra della semplice produzione commerciale.

Ciò nonostante nel 2025 abbiamo assistito all’uscita di tanti titoli di grande valore e dal grande impatto mediatico. Il primo per ordine di tempo è stato Kingdom Come Deliverance II, gdr che ha il merito di importare nel genere un sistema di crescita e di combattimento realistici, in cui l’esperienza diretta è reale – ogni gesto dev’essere simulato come nella vita vera – ed in cui al centro della narrazione non c’è un mondo fantasy o una minaccia sovrannaturale, ma la narrazione di eventi storici realmente verificatisi.

Tutto nel gioco di Warehorse è pensato per rendere l’esperienza il più realistica possibile e non esiste un altro gioco che offra un’esperienza simile. Anche solo per questo KCDII avrebbe meritato il goty o quantomeno il titolo di GDR dell’anno. C’è stato poi SplitFiction, action co-op che fa riscoprire il gusto dei giochi arcade, Hollow Knight Silksong che rappresenta l’apice dell’esperienza metroidvania, Hades II che presenta il gameplay loop più assuefacente dell’anno e che riveste il tutto con una componente artistica fuori scala.

La lista potrebbe essere ancora più lunga, ma il concetto è ormai abbastanza chiaro. Il goty è il gioco che mette d’accordo il maggior numero di persone sulla sua qualità, ma anche quello che oltre al valore artistico e ludico rappresenta un fenomeno sociale, riesce ad avere un impatto mediatico talmente forte da catalizzare l’attenzione di tutto l’ambiente (un po’ ciò che accade con le serie tv come Mare Fuori o Stranger Things).

Dal punto di vista esclusivamente tecnico, insomma, ci sono stati giochi anche superiori ad Expedition. Inoltre il gusto personale – nei videogame ha un influenza maggiore che in altre opere poiché c’è un’interazione con il fruitore – influisce enormemente sulla percezione dell’esperienza ed è logico che vi siano persone che hanno detestato il viaggio a Lumiere.

Tutti i giochi che avrebbero meritato il Goty, ma che si sono scontrati con un avversario troppo forte

La storia della cerimonia The Game Awards comincia nel 2014, anche se da ben prima venivano assegnati riconoscimenti di questo tipo. Per ragioni di tempo ci limiteremo dunque solo ai vincitori mancati di ogni edizione della cerimonia losangelina che è per questioni d’impatto mediatico quella più importante al mondo.

  • Shadow of Mordor: nel 2014 l’ambito premio è stato assegnato a Dragon Age Inquisition, terzo capitolo di una saga GDR che negli anni aveva acquisito grossi consensi e che univa ad un sistema ruolistico ben strutturato un gameplay ibrido tra strategia e azione che rappresentava il compimento dell’evoluzione di quello originale (i fan dei primi due non saranno d’accordo). Quell’anno però è uscito anche Shadow of Mordor, interessante action/gdr ambientato nel mondo del signore degli anelli che vantava un gameplay viscerale e fluido ereditato dalla serie Batman Arkam e dell’innovativo sistema Nemesis che permetteva ai nemici di ricordarsi dei precedenti scontri modificando il suo atteggiamento al successivo incontro.

 

  • Bloodborne: il 2015 è stato l’anno di The Witcher 3, titolo che come Expedition 33 quest’anno ha messo d’accordo tutto. Non vi è dubbio che CD Project Red abbia confezionato un gdr action in grado di settare nuovi standard per il genere, ciò nonostante quell’anno era uscito anche Bloodborne, il videogame di Fromsoftware con la migliore atmosfera ed il miglior world building, impreziosito da un sistema di combattimento che modificava il paradigma dei souls, spingendo il giocatore all’azione frenetica invece che su quella strategica e ragionata.
  • Uncharted 4 e Doom: la vittoria di Overwatch è stata legata più all’impatto mediatico del gioco che su altro. Nello stesso anno Doom aveva riportato in vita un classico anni ’90 con una formula ludica innovativa e moderna, dando nuova vita ad un genere che sembrava ormai vecchio. Uncharted 4 invece ha dimostrato come si possa inserire una narrazione di grande qualità all’interno di un’action frenetico e caciarone, rendendo profonda un’avventura che riesce a divertire dal primo all’ultimo minuto.
  • Horizon Zero Dawn: nell’anno in cui Zelda Breath Of The Wild si prende la meritatissima statuetta, Guerrilla fa uscire il suo primo gdr, un gioco che presenta un mondo distopico di raro fascino, in cui ogni scontro va studiato con attenzione ma dove è anche divertente andare allo scontro diretto quando la strategia fallisce.
  • Red Dead Redemption 2: quanto fatto nel 2016 da Naughty Dog con Uncharted 4, viene fatto 2 anni più tardi da Rockstar nella sua epopea western. Mai nella storia c’era stato un open world in grado di miscelare in modo così perfetto libertà e narrazione. Le divagazioni dalla trama principale sono giustificate dal contesto e dalla personalità dei personaggi, eliminando per la prima volta (e per adesso unica) quel senso di annacquamento emotivo della trama tipico di queste produzioni.

 

  • Control: Sekiro rappresenta l’inizio dell’ascesa di From Software con un titolo per certi versi distante da quelli che l’avevano resa popolare tra gli appassionati. Allontanandosi dal genere GDR gli sviluppatori giapponesi hanno creato quello che ad oggi è l’action più bello della storia. Tuttavia quell’anno è uscito anche Control di Remedy, uno shooter in terza persona che utilizzava la fisica e la distruttibilità ambientale per rendere gli scontri dinamici e avvincenti. Il tutto impreziosito da una veste grafica tra le più belle mai viste, una direzione artistica sublime e la solita eccellente narrativa che ha reso il team famoso.
  • Hades: il 2020 ha visto un dominatore come The last of us Part II vincere su titoli di altissima qualità come Final Fantasy VII Remake, Ghost of Tsushima e Hades. L’indie di  Supergiant ha avuto il merito di elevare il genere dei roguelike con un gameplay responsivo e divertente, ma anche lavorando in maniera eccelsa nella componente artistica e nella scrittura dei personaggi.
  • Returnal: il 2021 è stato un anno meno ricco del solito, ma se la vittoria di It Takes Two era incontenstabile, è vero anche che il titolo di Housemarque meritava sicuramente maggiore considerazione. L’esperimento di legare la narrativa cinematica alle morti è riuscito alla grande, riuscendo a rendere il loop di gameplay un espediente narrativo di grande impatto ma anche una motivazione in più per continuare a giocare. Se a questa intuizione si aggiunge un gameplay esaltante, si capisce perché è considerato uno dei migliori giochi di questa generazione.

 

  • God of War Ragnarok: il bellissimo titolo di Santa Monica è stato schiacciato dalla popolarità di Elden Ring, al punto che in molti ne hanno trascurato i meriti. Esattamente come il primo capitolo della saga norrena di Kratos, si tratta di un gioco perfetto sotto ogni punto di vista. Non è un caso che sia stato il gioco premiato con più statuette dei TGA 2022 (la stessa cosa era capitata a Red Dead Redemption nel 2018), come se la critica avesse voluto decretare un’ex aequo.
  • Alan Wake II: due anni fa Baldur’s Gate III ha fatto incetta di premi meritatamente, ma siamo certi che se Alan Wake II fosse uscito in l’anno successivo non avrebbe avuto rivali. Semplicemente il survival horror con la migliore componente narrativa mai creato.
  • Final Fantasy VII Rebirth: lo scorso anno ha trionfato Astro Bot, gioco divertente e confezionato con grande maestria, uno dei platform più belli della storia (sicuramente di quella recente), ma il secondo capitolo della saga remake di FFVII è un gioco monumentale. Gameplay avvincente per tutte le decine e decine di ore necessarie a portarlo a termine, grafica spacca mascella, direzione artistica, personaggi carismatici e intensi, un’infinita varietà di missioni secondarie.

Come avrete capito, ogni anno c’è qualche titolo che meriterebbe anche di vincere e che si deve arrendere alla logica di questa tipologia di cerimonie. Alcuni dei titoli citati sono riusciti nonostante tutto a diventare dei successi planetari, altri invece nonostante il buon parere della critica non sono riusciti ad attecchire come avrebbero meritato. Se non lo aveste già fatto, date una chance a questi giochi e non ve ne pentirete.


Clicca qui per seguire eSports247.it su Google News

Leave a Comment