GTA VI sarà “woke”? Il rumor sulle parate Pride e perché sta facendo impazzire mezzo internet

È un rumor che ha triggerato i nemici del woke, corrente di pensiero che infastidisce tanto a destra (soprattutto a destra, dove si annidano i nemici del politically correct) quanto a sinistra (dove ci sono i Rizzo che più di sinistra non sono ma ci sono anche coloro i quali ritengono che le lotte per i diritti sociali minino la lotta di classe).

Nelle ultime settimane sta girando con una certa insistenza una voce: Grand Theft Auto VI potrebbe includere parate Pride e, più in generale, una maggiore rappresentazione LGBTQ+ dentro il suo mondo di gioco. Il classico mix perfetto per far partire la giostra: clip su YouTube, thread su Reddit, post sui social, reazioni indignate “a prescindere” e l’immancabile contatore di gente che non ci giocherà mai più (spoiler: ci giocherà comunque).

Il punto, però, è uno: al momento non esiste alcuna conferma ufficiale da parte di Rockstar Games che certifichi la presenza di parate Pride o di specifici “eventi” legati alla comunità LGBTQ+ come feature strutturata di GTA VI. E quando un rumor diventa una certezza nella testa delle persone senza fare nemmeno una tappa dalla realtà, conviene rimettere ordine.

Da dove nasce il rumor (e cosa sappiamo davvero)

La storia, per come è ricostruibile oggi, nasce e cresce nel solito posto: un ecosistema di voci e “leak” a cascata, rilanciati e rielaborati fino a sembrare una notizia. Se vuoi un riferimento pulito: Snopes ha dedicato un fact-check proprio a questa voce, sottolineando che si tratta di un rumor circolato online da mesi e non supportato da annunci o conferme Rockstar.

In parallelo, la discussione si vede chiaramente anche su Reddit, dove l’idea di una Pride Parade in un open world come GTA viene trattata più come miccia culturale che come dettaglio di game design.

E qui arriva il paradosso: GTA è una serie che vive di satira, e la satira — per definizione — non garantisce carezze. Quindi il timore di alcuni non è “ci sarà rappresentazione”, ma “come verrà usata in un gioco in cui puoi fare cose orribili?”. Un dubbio legittimo in astratto, ma che oggi resta appeso a una frase semplice: non sappiamo se la feature esista.

Nel frattempo, l’unica certezza vera è un’altra: Rockstar ha fissato la data di uscita di GTA VI al 19 novembre 2026 (salvo ulteriori rinvii).

Che cos’è “woke” (in breve, senza slogan)

“Woke” è un termine nato negli anni ’30 del Novecento nell’inglese afroamericano, usato per indicare
la consapevolezza delle ingiustizie e dei pericoli legati alla discriminazione razziale.
A partire dagli anni 2010, l’espressione si è ampliata fino a diventare un’etichetta (spesso contesa)
per una consapevolezza più generale delle disuguaglianze sociali: razzismo, sessismo, abilismo e,
più in generale, la negazione dei diritti delle persone LGBTQ+.

GTA e rappresentazione LGBTQ+: non sarebbe “la prima volta”

Altra cosa che in questo (più o meno utile) dibattito è passata inosservata: GTA ha già avuto personaggi e riferimenti LGBTQ+. L’esempio più famoso è “The Ballad of Gay Tony”, espansione di GTA IV: già dal titolo è chiaro che Rockstar non si faceva problemi a stare sul filo tra caricatura e racconto.

E infatti il punto non è “GTA è sempre stato un luogo ostile a ogni rappresentazione”, perché non è vero. Il punto è che GTA usa la rappresentazione dentro un impianto satirico, e la satira è una lente deformante: può far ridere, può far male, può risultare vecchia di colpo. In un contesto 2026, con una sensibilità pubblica diversa da quella del 2009, la stessa identica scelta narrativa avrebbe un impatto diverso — e Rockstar lo sa benissimo.

E così da una parte c’è chi teme una Rockstar “addomesticata”, che non punge più, schiava di una lobby. Dall’altra chi teme l’operazione opposta: una rappresentazione buttata lì solo per fare rumore, o peggio per finire in pasto alla dinamica tossica “vediamo quanto si può essere crudeli in-game”. Sono due paure diverse, ma condividono una cosa: stanno discutendo di un contenuto che, oggi, siamo lungi dall’essere certi esista davvero.

E nel frattempo il rumor fa quello che deve fare: porta click e hype, genera contenuti (come questo che state leggendo), crea divisioni (che nel 2025 sono sempre più frequenti – e tutto sommato senza una profonda ragion d’essere).

GTA VI sarà davvero “woke”?

La risposta più onesta è anche la più noiosa: non lo sappiamo. Sappiamo che la voce sulle parate Pride gira da mesi e negli ultimi giorni sta avendo una eco ancora maggiore; sappiamo che non c’è conferma ufficiale; sappiamo che Rockstar ha già toccato temi e personaggi LGBTQ+ in passato; sappiamo anche che GTA, per struttura, trasforma qualunque cosa in potenziale satira — e la satira, quando incontra la guerra culturale, diventa benzina.

Se domani Rockstar decidesse davvero di inserire eventi Pride nel world-building, potrebbe farlo in mille modi: come pura scenografia, come missione, come evento casuale, come elemento di contesto. Il problema non è “se esiste”, ma che tono avrebbe. E quello, fino a prova contraria, lo scopriremo solo quando il gioco sarà nelle mani di tutti – l’ancora lontano 19 novembre 2026, hopefully.


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