Dreamcast Fishing Controller, la canna da pesca utilizzata anche come spada

Era il 1999, e Sega, nel suo periodo più eccentrico (cioè quasi sempre), decise che un simulatore di pesca non era completo senza un controller dedicato: una vera e propria canna da pesca virtuale. Ma la sua storia non si ferma qui. Perché questa periferica, pensata per rilassanti giornate di pesca digitale, trovò un secondo lavoro… nelle arene di Soul Calibur.

Pesca sportiva e picchiaduro: un connubio inaspettato

Il Dreamcast Fishing Controller (che tra l’altro possiedo gelosamente) nacque come periferica per accompagnare giochi come Sega Bass Fishing, un titolo (stupendo, tra l’altro) che trasformava la pesca in un’esperienza veramente ipnotica e coinvolgente. L’accessorio era sorprendentemente ben costruito: una vera canna da pesca in miniatura, con tanto di mulinello funzionante in cui si doveva lanciare la lenza con un movimento fisico, aspettare il morso di un pesce virtuale e poi combattere per tirarlo a riva ruotando il mulinello e scuotendo la canna. Era un’esperienza che, per quanto stravagante, funzionava incredibilmente bene e c’era qualcosa di magico nel sentire la vibrazione del controller ogni volta che un grosso pesce abboccava, come se stessi davvero tirando su una preda di 10 chili in mezzo al salotto.

Ma la vera magia avvenne quando qualche giocatore illuminato (o forse solo annoiato) decise di collegare la canna da pesca a giochi non proprio pensati per la pesca. Uno dei casi più famosi? Soul Calibur, il leggendario picchiaduro di Namco. Contro ogni previsione, la canna da pesca si rivelò sorprendentemente compatibile. Ogni colpo di spada, calcio o pugno poteva essere eseguito scuotendo la canna o ruotando il mulinello. Certo, combattere con un controller pensato per pescare era tutto tranne che pratico, ma era comunque veramente ganzo destreggiarsi a suon di canna da pesca fianco a fianco con i vostri amici. Impersonare Nightmare o Mitsurugi brandendo un mulinello era ridicolo e poetico allo stesso tempo, e ha certamente regalato centinaia di ore di divertimento a quelle (poche) migliaia di persone, felici possessori del glorioso Sega Dreamcast.

Erano certamente altri tempi, e forse oggi sarebbe impossibile anche solo pensare a un qualcosa del genere vista la poca propensione alla sperimentazione (anche fallimentare) dei colossi legati al mondo del gaming. Oggi si cerca sempre di andare sul sicuro per massimizzare i guadagni e tagliare i costi. Si fanno incetta di remake e remastered per non pagare nuove persone con nuove idee, e non si vede uscire una periferica per console anche solo lontanamente paragonabile al Fishing Controller per la Dreamcast da almeno vent’anni. Saranno stati pure altri tempi, ma non si stava poi così male.


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