Divinity è un fulmine a ciel sereno: Larian riuscirà a farlo diventare il nuovo Baldur’s Gate?

Il successo di Baldur’s Gate III ha dato il giusto risalto ad un team di sviluppo talentuoso che già con i primi due Divinity era riuscito nell’intento di fare appassionare i fan dei gdr a turni, adesso che sono considerati un élite riusciranno a soddisfare le enormi aspettative?

Nell’estate del 2023, Larian ha portato a termine il lungo sviluppo di Baldur’s Gate III dopo anni di accesso anticipato. Nel corso del periodo di dialogo e test condiviso con i supporter, il team belga ha messo in pratica tutti i consigli offerti dalla community allo scopo di perfezionare la formula di gioco e di aggiungere contenuti che potessero arricchire la lore e la trama.

Il risultato è stato eccezionale, le vendite e l’accoglienza lo sono state ancora di più. Il merito di questa acclamazione plebiscitaria non è esclusivamente da attribuire all’eccellente lavoro svolto e nemmeno al blasone del brand (i primi due Baldur’s Gate sono stati due dei gdr più amati in assoluto e l’universo D&D da cui è tratto non ha certo bisogno di presentazioni) o dalla fiducia conquistata da Larian Studios con Divinity Original Sin.

Pubblicare un gioco come Baldur’s Gate poteva essere un’arma a doppio taglio – i fan sono spietati quando i brand che amano non vengono sviluppati secondo le loro aspettative – inoltre, per quanto famoso, si trattava comunque di un brand di nicchia in un periodo in cui il genere di appartenenza era divenuto materiale solo per la scena indie, infine va considerato che il secondo capitolo della saga risaliva all’ormai lontano 2000.

Insomma l’effetto trainante del brand era sicuramente smussato dal passare del tempo e non sarebbe stato il primo caso in cui un gioco di assoluto valore – vedi ad esempio Alan Wake II – veniva accolto con entusiasmo dalla critica e molto meno dal pubblico generalista.

La cassa mediatica dei social, il buon vecchio passaparola e le lodi sperticate di content creator e pagine di settore hanno tramutato Baldur’s Gate III da eccellente gioco di ruolo a titolo di massa anche per chi non aveva mai preso un pad in mano per giocare una simile avventura. Un po’ ciò che è successo con Elder Ring l’anno precedente.

Divinity riuscirà a bissare il successo di Baldur’s Gate III?

A distanza di due anni da quella sbronza di successo, Larian era attesa dal pubblico alla prossima grande produzione. Il mondo intero aspettava di capire quale sarebbe stato il loro prossimo progetto e la risposta è giunta ai recenti TGA con il teaser trailer di Divinity. Quello presentato sul palco di Los Angeles è stato indubbiamente il trailer di maggior impatto e probabilmente la cinematica migliore di tutto lo show.

Da quei pochi minuti è impossibile non cogliere il potenziale del mondo di gioco e si conferma il talento immenso di Larian nella ricostruzione di immaginari fantasy medievaleggianti. A colpire è la cura dei dettagli, la scena mostrata è uno spaccato delle abitudini e delle credenze della popolazione che abita il mondo di gioco, ma anche del ruolo centrale che hanno le istituzioni religiose in quel contesto.

Inutile crearsi false speranze su un’uscita a breve termine. Il team ha svelato che sono al lavoro sul gioco da due anni e che hanno l’intenzione di creare un gioco più grande del già immenso BGIII. Inoltre Sven Winke ha dichiarato ad IGN di avere intenzione di presentare dinamiche originali sia per il single che per il multiplayer.

Lo stesso direttore artistico ha svelato che in questo momento si sta lavorando alacremente per creare un world building che sia coerente e profondo, un’operazione che possa permettere al gioco di avere un contesto tanto credibile e dettagliato come quello di D&D, il che è un lavoro enorme dovendo partire quasi da zero.

Se si considera che per portare a termine Baldur’s Gate III ci sono voluti 7 anni, anche considerando che i fondi a disposizione per ampliare il team possano ridurre i tempi di sviluppo, è plausibile che per Divinity possa volerci altrettanto, il che ci suggerisce che non potremo testarlo con mano prima del 2030.

Una lunga attesa, insomma, ma che siamo certi i fan sono ben disposti ad accettare. La cura per i dettagli di questo studio è paragonabile a quella di due mostri sacri dell’Industry come Naughty Dog e Rockstar Games, dunque il risultato finale sarà sicuramente degno di nota. L’unica speranza è che la pressione collettiva e la voglia di rendere tutto perfetto non porti Divinity a diventare un novello Godot come GTA VI.


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