Bongo Cat, il gioco “non gioco” più popolare del momento che incanta a suoni di bongo

C’è un gatto. Ha un cappello. Non fa nulla di utile. Ma, oggi, è “più popolare di Apex Legends”. Si chiama Bongo Cat, e attualmente è una delle “esperienze videoludiche” più giocate su PC. Che il mondo stia impazzendo o che stiamo, finalmente, tornando a capire cosa significhi davvero divertirsi?

Aprite il vostro computer, iniziate a scrivere una mail o a cercare video su YouTube, e lì, nell’angolo in basso a sinistra, “un piccolo gatto bianco con occhi da emoji e mani da percussionista vi accompagna a colpi di bongo”. È tutto qui. Eppure è (apparentemente) anche tutto quello che vi serve. Ogni azione è un colpo di tamburo nella sinfonia quotidiana del multitasking. È “Zen”, è “ritmico”, sicuramente adorabile.

E non potrete smettere di guardarlo. Anzi, volete ancora di più. Volete sbloccare “nuovi cappelli”. Perché sì, Bongo Cat ha “cappelli”. Da papero, da gnomo, da pirata, nessuno sa quanti ce ne siano, ma ogni click vi avvicina all’illuminazione cappellifera. Una progressione silenziosa che prende il posto dell’ansia da lootbox o da Battle Pass. Un bongo alla volta.

C’è qualcosa di profondamente anni ‘90 in tutto questo. Chiunque abbia mai adottato un Desktop Buddy o visto un Clippy ribelle trasformarsi in un drago con il ciclo circadiano sballato, sa di cosa parlo. Ma oggi quei piccoli parassiti digitali si sono evoluti e non chiedono RAM, non giudicano. Vi tengono compagnia. In un’epoca in cui la nostra produttività è quantificata, schedulata e monetizzata, Bongo Cat è quasi un sabotaggio poetico. Il compagno di viaggio che non chiede performance, ma presenza. Non distrae, ma accompagna. Un tamagotchi zen con ritmi tribali da coworking.

C’è chi lo chiama “non un vero videogioco”. Ma forse è il contrario: Bongo Cat è il videogioco distillato all’essenza. Nessun obiettivo, nessuna trama, nessun sistema economico. Solo feedback immediato e un sottile senso di benessere. È la versione animale e percussiva del “loop dopaminico”. È un piccolo monaco Shaolin travestito da gif.