Lanciato nel 2019 come esclusiva per PS4, Death Stranding ha fatto il salto su PC nel 2020 e ha visto la sua “Director’s Cut” sbarcare sulle piattaforme nel 2022, arricchendo l’esperienza con nuovi contenuti. Ma con una nuova svolta, sembra che il maestro Hideo Kojima abbia ottenuto una libertà ancora più grande per plasmare la sua visione creativa. La notizia è di questi giorni, in concomitanza con il quinto anniversario dell’uscita di Death Stranding: Kojima Productions ha acquisito tutti i diritti di proprietà intellettuale della sua serie Death Stranding da 505 Games, sancendo un momento cruciale nella storia del titolo.
Ma cosa significa questo in pratica? In un settore in cui le proprietà intellettuali spesso restano bloccate in labirinti contrattuali, questa acquisizione potrebbe rappresentare una svolta per il team di Kojima. Il controllo totale dell’IP, infatti, dà a Kojima la possibilità di plasmare il futuro di Death Stranding senza vincoli, con tutta la libertà di sperimentare e reinventare. Con un annuncio ben mirato, Kojima Productions ha dichiarato di voler ampliare l’universo di Death Stranding su nuove piattaforme e verso nuovi pubblici. Se ci pensiamo, è una mossa che segue la traiettoria tipica di Kojima: una creatività senza freni, che già ci ha regalato momenti indimenticabili di innovazione narrativa e di gameplay in cui le linee tra il surreale e il reale si dissolvono.
Ma questa acquisizione non è un caso isolato. Quest’anno, infatti, 505 Games ha già rinunciato ai diritti di un’altra IP di punta, Control, cedendo il tutto alla sua creatrice, Remedy Entertainment, per 18,4 milioni di dollari. Forse i tempi sono maturi perché i creatori tornino in possesso delle loro opere e dare loro la libertà creativa di un tempo?
Il futuro di Death Stranding si presenta ancora più intrigante. La produzione di un sequel, Death Stranding 2: On the Beach, è già in corso, con una release su PlayStation 5 prevista per il 2025, mentre i giocatori su PC sono in trepidante attesa (maledetto Kojima). Ma non è tutto: Kojima ha anche messo gli occhi sul grande schermo, collaborando con A24, lo studio cinematografico dietro capolavori come “Midsommar” e “Everything Everywhere All at Once” per dare vita a un adattamento cinematografico di Death Stranding.
Dove ci porterà questa nuova libertà creativa di Kojima? Senza le restrizioni imposte da editor esterni, le possibilità sono infinite. La stessa natura di Death Stranding, un’opera che già sfida ogni convenzione, potrebbe spingersi ancora oltre. Kojima, dopo tutto, è celebre per non seguire regole, né nel gameplay né nelle storie che racconta. E ora che le redini sono completamente nelle sue mani, il viaggio potrebbe solo diventare più strano e visionario. C’è chi spera che il sequel porterà i fan a esplorare territori più oscuri e complessi; c’è chi immagina nuove meccaniche che spingeranno ancora oltre la barriera tra videogioco e arte. Ovunque il viaggio conduca, possiamo star certi che sarà un’esperienza inedita. Kojima non è solo un game designer, è uno storyteller che sa esattamente come stupire e lasciare il pubblico a bocca aperta.
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