Silent Hill non è solo una cittadina immaginaria creata ad hoc per il videogioco. Silent Hill esiste, si chiama Centralia, e brucia ancora sotto le sue strade.
Centralia non è semplicemente una delle tante città-fantasma presenti negli Stati Uniti d’America. Quando si parla di horror, pochissime ambientazioni riescono a instillare quel senso di inquietudine palpabile come Silent Hill. Eppure, pochi sanno che l’ispirazione per l’atmosfera tetra di questa serie iconica affonda le sue radici in un luogo reale: Centralia, Pennsylvania. Questo villaggio fantasma, oggi quasi completamente disabitato, è perennemente avvolto da una nebbia tossica che lo rende altrettanto surreale e inquietante quanto il regno delle paure di Silent Hill.
Questo luogo spettrale, situato nella Contea di Columbia, è il set perfetto per un film horror, anche se un tempo era un vivace luogo abitato da oltre 1000 persone. Tutto è cambiato improvvisamente nel 1962 quando scoppiò un incendio sotterraneo, le cui origini rimangono un mistero. Centralia nasconde un segreto indicibile: dal 1962, le sue miniere di carbone bruciano ininterrottamente, dando vita a una sorta di inferno sotterraneo che dura ancora oggi. Nessuno sa esattamente come l’incendio sia iniziato: alcuni dicono che una discarica sia stata data alle fiamme per errore, altri che un’esplosione abbia scatenato la scintilla iniziale.
Centralia era famosa per le miniere di antracite scoperte nel XIX secolo, anche se era l’estrazione di carbone il vero cuore pulsante della città, ma alla fine del secolo, le miniere vennero abbandonate, lasciando pozzi inutilizzati nel terreno. Nel maggio del 1962, un incendio si diffuse da una di queste miniere, e anche se non si sa con certezza cosa lo abbia causato, si pensa che sia stato dovuto a un tentativo di bruciare i rifiuti nelle miniere abbandonate. Il fuoco si è propagato al deposito di antracite sottostante, rendendo l’aria tossica e letale.
Gli abitati del luogo hanno cercato di spegnere l’incendio nel corso dei mesi successivi, ma la mancanza di risorse economiche ha reso ogni tentativo vano. La città si è trasformata rapidamente in un incubo: alberi morenti, strade e terreni pieni di crepe e voragini, e la gente ha dovuto abbandonare le loro case. Le crepe nella strada che fumano, i pochi edifici rimasti in piedi e l’aria carica di vapori tossici sono un monito alla hybris dell’uomo.
Ma la storia più inquietante è quella di Todd Dombowski, un dodicenne che è quasi scomparso in una voragine causata dall’incendio. L’aria in quella buca era carica di monossido di carbonio, e Todd è stato salvato appena in tempo. Un minuto in più, e Todd sarebbe stato un’altra vittima di Centralia.
I creatori di Silent Hill sapevano perfettamente che, per suscitare il massimo terrore, avevano bisogno di un’ambientazione che andasse oltre il solito paesino infestato. Volevano una città che sembrasse intrappolata in un incubo senza via di fuga, sospesa tra il mondo dei vivi e quello dei morti. E Centralia, con la sua desolazione e la nebbia perenne, rappresentava il punto di partenza perfetto. Nel gioco, Silent Hill appare come una città dominata da una nebbia fitta e onnipresente, che lascia intravedere solo sprazzi di una realtà distorta e maligna. Esattamente come a Centralia, le strade sono rotte, il silenzio è assordante, e la sensazione di essere osservati si fa insistente.
Oggi, dopo 60 anni, l’incendio sotterraneo è ancora acceso e potrebbe bruciare per altri decenni. La città è praticamente deserta, con soli sette coraggiosi residenti che hanno ottenuto il permesso di rimanere nelle loro case dopo le espropriazioni. I pochi abitanti che sono rimasti a Centralia vivono circondati dai resti di una città fantasma. Questa dimensione spettrale è amplificata dal fatto che, come in Silent Hill, molti hanno abbandonato la città lasciando tutto intatto, quasi congelato nel tempo.
Questa è la città che ha ispirato la famosa serie di videogiochi survival horror Silent Hill e il film del 2006 ha ulteriormente amplificato la sua fama, attirando visitatori curiosi e coraggiosi. Centralia è diventata una sorta di meta turistica, anche se rimane ancora nell’aria un profumo di morte. Konami ha più volte confermato che Centralia ha influenzato pesantemente il design della loro opera più famosa. In effetti, il simbolismo è palese: come la miniera sotterranea che brucia, anche le paure più profonde dei personaggi di Silent Hill sono alimentate da qualcosa di oscuro che si nasconde sotto la superficie.
Per ridurre questo senso di terrore, alcune persone hanno deciso di riempire le strade crepate con graffiti colorati. Ma se siete temerari e volete provare l’esperienza di Silent Hill nella vita reale, Centralia vi aspetta… ma attenzione, non è un tour turistico convenzionale. Gran parte della città è interdetta al pubblico, e i pochi visitatori che decidono di sfidare l’atmosfera infernale sono costretti a muoversi con prudenza. Le strade instabili, i vapori che esalano dal sottosuolo e il terreno costantemente soggetto a smottamenti sono un rischio reale.
Quello che rende Silent Hill indimenticabile è anche il fatto che si basa su paure autentiche e tangibili. Centralia è lì, esiste, e ci ricorda che a volte l’orrore non ha bisogno di creature mostruose o spettri. Basta un fuoco sotto i piedi, invisibile ma inarrestabile, per trasformare il familiare in un luogo di terrore senza fine. Quindi, se avete un’anima da esploratori dell’incubo ( e siete appassionati della serie realizzata da Konami), Centralia è il posto che fa per voi. Un luogo dove il reale e l’irreale si intrecciano in una danza sinistra, pronto a farvi sentire come se foste nei panni di un protagonista di Silent Hill.
Un primo articolo sul tema era stato pubblicato il 22 novembre 2023 con titolo La città di Silent Hill esiste davvero (e continua a bruciare)
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