Starship Troopers: Extermination, un titolo interessante con qualche problema tecnico

Nonostante qualcuno possa essere subito tentato nel fare un paragone tra Starship Troopers: Extermination e Helldivers 2, i due titoli in realtà si discostano parecchio. È vero, sono entrambi degli sparattutto cooperativi multiplayer il cui l’obiettivo è disintegrare in mille modi diversi orde di alieni insettoidi, ispirati proprio al film “Starship Troopers – Fanteria dello spazio” del 1997 diretto da Paul Verhoeven, ma per il resto sono due titoli molto diversi. Tra i due titoli ci sono anche pesanti differenze di budget (e questo si sente parecchio in alcuni frangenti) ma, anche se meno rifinito in alcune sue parti, Extermination riesce a buttare il cuore oltre l’ostacolo e regalare un’esperienza emozionante. A tratti.

Una storia da condividere

In Starship Troopers: Extermination le missioni co-op sono strutturate in modo tale che 16 giocatori, suddivisi in quattro squadre da quattro, si diano da fare insieme per respingere l’orda di mostri aracnoidi e per la gloria della Federazione. In un primo momento sarà necessario costruire una base, partendo dalle mura difensive e finendo con delle torrette mitragliatrici automatiche (che possono sempre servire), per poi essere caricati dall’ondata di mostri alieni che cercheranno in tutti i modi di distruggerla (e distruggervi). Le classi di personaggi, come il cecchino, il granatiere o l’ingegnere, aggiungono varietà e possibilità strategiche al gioco. Una delle più efficaci è la classe Guardian, che può fortificarsi rapidamente e creare un’area difensiva temporanea, utile sia per proteggersi dagli attacchi sia per fermare momentaneamente gli assalti alieni.

Un aspetto distintivo del gioco è la “corpse-permanence“: ogni aracnide ucciso rimane sul campo di battaglia, creando cumuli di cadaveri che, a lungo andare, possono persino ostruire la visuale o servire come rampe per gli altri nemici. Questo aggiunge una sfida tattica, poiché sarà necessario liberare il terreno con esplosivi per evitare che i cadaveri ostacolino la difesa della base. Al di là delle implicazioni pratiche, la presenza permanente dei cadaveri rende i campi di battaglia visivamente suggestivi, trasformando il paesaggio in una distesa di corpi alieni in continua evoluzione.

Una sfida personale e irripetibile

Uno degli elementi più interessanti del gioco è la possibilità di vivere momenti unici e irripetibili all’interno delle missioni. Si può passare l’intera partita a difendere una piccola porzione di base o, al contrario, esplorare il territorio circostante per completare missioni secondarie, come la raccolta di risorse o il supporto alle torrette automatiche. Ogni missione culmina in una corsa finale verso la nave di evacuazione, un momento in cui le imprese eroiche o gli errori più clamorosi prendono vita (e fanno finire la vostra).

Il gioco, nonostante le sue imperfezioni, offre spazio per momenti di gioco davvero epici: vi troverete spesso a combattere disperatamente mentre una pioggia di artiglieria aliena distrugge le difese, o venire sbalzati fuori da una base, costretti a correre freneticamente per rientrare, mentre un insetto gigante tenta di divorarvi. Questi momenti imprevedibili rendono Extermination un’esperienza sempre diversa e coinvolgente.

Ottimizzazione e problemi tecnici

Tuttavia, nonostante i suoi punti di forza, il gioco soffre di diversi problemi tecnici e una presentazione visiva poco curata. Nonostante il sistema di gestione dei cadaveri alieni sia a tratti davvero impressionante, le animazioni dei personaggi e dei nemici lasciano a desiderare, spesso scattose e poco realistiche. La qualità delle texture e la resa grafica generale non sono all’altezza degli standard moderni, con molti elementi visivi che risultano poco definiti e talvolta, bisogna dirlo, brutti. Inoltre, problemi di ottimizzazione del gioco possono causare cali improvvisi di frame rate, peggiorando l’esperienza complessiva, specialmente su hardware non di ultima generazione.

Oltre alle missioni cooperative, il gioco offre una campagna in solitaria, ma purtroppo si tratta di una delle parti più deludenti di Extermination. Le missioni della campagna sono piuttosto semplici e ambientate in noiosi tunnel generati proceduralmente, accompagnate da compagni controllati dall’intelligenza artificiale che risultano essere particolarmente inetti e frustranti da gestire. Questo aspetto sembra essere stato inserito in modo poco curato, dando l’impressione di un’aggiunta posticcia piuttosto che di un elemento centrale del gioco.

L’introduzione della modalità “Galactic Front“, una sorta di campagna comunitaria in stile live-service, è un tentativo di mantenere attiva la community attraverso obiettivi comuni e missioni condivise. Ma anche questa modalità appare come una versione semplificata di quanto già offerto da altri titoli come Helldivers 2, senza riuscire a raggiungere la profondità e il coinvolgimento di giochi simili.


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