Volgarr the Viking, un titolo che sin dal suo debutto ha catturato l’attenzione dei nostalgici dei giochi arcade degli anni ’80, ritorna con un seguito che promette di rinnovare l’esperienza originale senza tradire le sue radici. Il primo “Volgarr the Viking” era una chiara dichiarazione d’amore ai classici come Rastan Saga, Ghouls’n Ghosts e Castlevania.
Crazy Vikings Studios, il team dietro il gioco, non ha mai nascosto le sue fonti d’ispirazione, tanto che molti giocatori hanno visto in Volgarr un degno erede spirituale della serie Rastan, rimasta in silenzio per decenni. Ora, più di dieci anni dopo, il team di sviluppo ha deciso di lanciare “Volgarr the Viking 2“, mantenendo l’impostazione generale del primo capitolo, ma introducendo alcune modifiche significative per dare un nuovo senso all’intera operazione.
La trama di Volgarr the Viking 2 è semplice e lineare, quasi a voler sottolineare l’importanza del gameplay rispetto alla narrazione. All’inizio del gioco, troviamo un Volgarr invecchiato che, dopo un attacco nel suo palazzo, decide di imbracciare nuovamente la spada e lo scudo per affrontare i suoi nemici. Come nel primo capitolo, Volgarr ha a disposizione un vasto repertorio di mosse: può sferrare colpi con la spada, parare con lo scudo, rotolare per superare i nemici e compiere doppi salti che, oltre a permettergli di raggiungere piattaforme più elevate, gli consentono di eseguire attacchi rotanti devastanti. Tornano anche le iconiche lance, utilizzabili sia come armi sia come strumenti per creare piattaforme su cui arrampicarsi.
L’approccio al level design è rimasto fedele alla tradizione arcade: ogni singola mossa di Volgarr viene sfruttata al massimo, con piattaforme e nemici posizionati in modo tale da richiedere un approccio ragionato e non meramente quantitativo. La difficoltà del gioco è notevolmente elevata, ma questo è parte del suo fascino. A differenza del primo Volgarr, dove la morte obbligava a ricominciare i livelli dall’inizio, in questo sequel sono stati introdotti dei checkpoint che possono essere attivati o distrutti, offrendo un certo grado di flessibilità ai giocatori.
Volgarr the Viking 2 non fa sconti in termini di difficoltà. Il sistema di potenziamento si basa sulla raccolta di vari oggetti, come stivali, spade infuocate e cinture, che si trovano all’interno di forzieri sparsi per i livelli. Tuttavia, questi potenziamenti vengono persi al primo colpo subito, costringendo il giocatore a fare molta attenzione. In caso di morte Volgarr riparte senza oggetti, rendendo i tentativi successivi ancora più difficili, soprattutto nei passaggi meno conosciuti.
Il gioco introduce alcune funzioni di accessibilità, ma lo fa in modo tale da penalizzare chi ne fa uso. Ad esempio, distruggere i checkpoint per ottenere oro o vite extra può sembrare vantaggioso, ma comporta la perdita della possibilità di ripartire dai punti salvati, obbligando a ricominciare il livello dall’inizio con tutti i rischi che ne derivano. Inoltre, Volgarr the Viking 2 offre la possibilità di continuare dopo aver esaurito tutte le vite, ma farlo troppe volte trasforma il protagonista in uno zombi immortale, che sebbene invulnerabile (cadute nel vuoto a parte), non può sbloccare il finale migliore del gioco. Questa meccanica sembra pensata per incoraggiare i giocatori a non sfruttare troppo gli aiuti e a impegnarsi per superare le sfide con le proprie forze.
Ogni mondo di Volgarr the Viking 2 si conclude con una battaglia contro un boss, e nemmeno a dirlo, questi scontri sono particolarmente impegnativi. I boss variano da feroci guerrieri a ragni giganti, vermoni colossali e divinità ancestrali. Nonostante la difficoltà, gli scontri sono sempre equi: i nemici seguono schemi d’attacco leggibili che danno al giocatore la possibilità di studiare e reagire di conseguenza. Anche se si muore più volte, e la perdita degli oggetti rende i tentativi successivi più complicati, non si ha mai la sensazione che il gioco sia ingiusto. La difficoltà deriva da una progettazione accurata e non da trucchi di design mascherati da sfide.
Dal punto di vista tecnico, Volgarr the Viking 2 rappresenta un miglioramento rispetto al suo predecessore, anche se non in maniera radicale. Le animazioni sono più fluide, e gli effetti visivi sono più ricchi e dettagliati. Tuttavia, alcuni livelli soffrono di un design poco ispirato, con sezioni che appaiono vuote e prive di dettagli. Questo, tuttavia, non inficia l’esperienza globale, che rimane coinvolgente grazie soprattutto a un eccellente sistema di feedback: colpire i nemici e raccogliere potenziamenti dà una grande soddisfazione. Un plauso particolare va alla colonna sonora, composta da brani intensi e coinvolgenti che aumentano notevolmente l’immersione nel gioco. La qualità delle tracce è tale che molti giocatori potrebbero considerare di acquistarla separatamente per godersela anche al di fuori dell’esperienza di gioco.
Volgarr the Viking 2 è un titolo che riesce a catturare l’essenza dei classici arcade, offrendo allo stesso tempo nuove sfide e sorprese. Se avete amato il primo capitolo, questo sequel è un acquisto obbligato, nonostante qualche difetto che poteva essere gestito meglio. La sua difficoltà elevata e il gameplay raffinato lo rendono un’esperienza imperdibile per gli appassionati di giochi old school, e anche chi non ha mai giocato al primo Volgarr potrebbe trovarsi piacevolmente sorpreso da questa avventura vichinga senza troppi compromessi.
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