Marathon è vivo ed esce prima del previsto: ultima spiaggia o occasione di rilancio per Bungie?

La genesi di Marathon, nuova IP di Bungie, è stata alquanto complicata ma adesso sembra che lo storico team di sviluppo sia riuscito a raggiungere la qualità sperata: basterà a rendere il gioco un punto di riferimento per gli extraction shooter?

Fino a qualche anno fa bastava leggere “Bungie” per essere sicuri che il gioco in arrivo sarebbe stato un successo. Il team di sviluppo americano è quello che ha dato i natali alla serie Halo (brand che senza loro al timone è andato a spegnersi gradualmente) e che ha contribuito a creare il successo delle console Xbox, nonché quello che ha fatto conoscere al mondo l’universo di Destiny.

Proprio il talento, il blasone e il curriculum dell’azienda sono stati ciò che ha spinto Sony ad investire su di loro, ma da quando questo matrimonio è stato sancito non sono giunti i risultati sperati. Le nuove stagioni di Destiny hanno lasciato tiepidi sia la critica che il pubblico e la gestazione di Marathon – reboot di una serie storica della compagnia – è stata quantomeno complicata.

Il gioco è atteso da anni e doveva uscire nel 2025, ma prima un beta testing negativo – la stampa specializzata ha dato feedback impietosi sull’impianto di gioco – e poi una querelle legale riguardante l’art design del titolo (pare che Bungie si sia appropriata dello stile e dei disegni di un creativo senza nemmeno avvisare) hanno convinto Playstation e il team a prendersi del tempo per correggere la rotta.

Dopo il rinvio a data da destinarsi sono passati mesi di assoluto e assordante silenzio, al punto che più di qualcuno sul web cominciava ad ipotizzare che il progetto non avrebbe più visto la luce. A smentire tutti ci ha pensato direttamente Bungie, pubblicando un diario di sviluppo in cui viene mostrato in cosa consiste il gioco, in cui viene annunciata la finestra di lancio (Marzo 2026), il prezzo (39.99 euro) e i miglioramenti fatti rispetto alla versione Alpha.

Marathon può imporsi? Le peculiarità del gioco e i dubbi della community

Come potete vedere nel video che vi abbiamo messo in calce alla notizia, gli sviluppatori hanno spiegato in che modo hanno modificato l’esperienza di gioco seguendo i feedback dei giocatori che lo hanno testato in anteprima. La prima novità riguarda la presenza dei corpi dopo l’eliminazione: prima scomparivano istantaneamente, mentre adesso rimangono a terra e si decompongono con il passare del tempo, il che permette di capire se il nemico è ancora nelle vicinanze.

Per evitare problemi di inserimento in partita ai giocatori solitari – prima esisteva solo una modalità a squadre da 3 giocatori – adesso è possibile affrontare il matchmaking senza la necessità di essere affiancati da altri due player. In questa modalità in singolo ci sarà la possibilità di utilizzare “Rook” un robot che può essere guidato dall’AI o che può essere controllato da un player che entra in una partita già in corso.

Infine è stato aggiunto un microfono di prossimità, grazie al quale sarà più semplice comunicare con i compagni di squadra attraverso la chat di gioco. Questa funzione era stata esclusa da Bungie per evitare problemi di tossicità della community, ma è fondamentale per permettere a chi non entra in gioco con amici – magari utilizzando Discord per parlare in cuffia – di creare amicizie e di studiare strategie in tempo reale per portare a termine la missione.

Come dimostrato recentemente da ARC Raiders, il genere extraction shooter può attrarre ancora milioni di gamer, tutto sta nell’offrire un’esperienza che sia originale e coinvolgente attraverso il gameplay, alle missioni, all’ambiente di gioco e al supporto continuativo. Non ci sono dubbi che Bungie possa offrire tutto questo, ma il rischio è che la community videoludica non gliene dia la possibilità.

Attorno al progetto si respira online un’atmosfera di sfiducia, come se fosse stato già deciso che l’IP non valga il prezzo che costa. Il timore è che si possa verificare nuovamente l’effetto “Concord” con la chiusura dei server nel giro di poche settimane. Per evitarlo Bungie dev’essere brava a veicolare i punti forti della sua IP, suscitando curiosità e dimostrando di non aver perso il tocco con una serie di gameplay dimostrativi.


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