Nel 1998 Actua Soccer 3 osò con squadre femminili e team “babes”: immancabili le polemiche (a posteriori). Ma come sbloccarle su PS?
Actua Soccer 3 arrivò alla fine del 1998 e, numeri alla mano, fu uno dei giochi di calcio più ambiziosi della sua epoca. Per la prima volta la serie includeva sia club che nazionali, affiancati da squadre “extra” e formazioni volutamente fuori registro. Dopo le critiche piovute su Actua Soccer 2 per l’assenza dei club, il terzo capitolo alzò l’asticella: 25 leghe, circa 450 squadre tra nazionali e internazionali, oltre 10.000 giocatori complessivi. Pochi titoli potevano permettersi una simile abbondanza, fatta eccezione per Sensible World of Soccer.
Il motore grafico era una versione rifinita di quello del predecessore, con effetti atmosferici sensibilmente migliorati. Il motion capture fu affidato ai giocatori dello Sheffield United David Holdsworth e Simon Tracey, mentre al commento Trevor Brooking lasciò spazio a Martin O’Neill al fianco di Barry Davies. La colonna sonora era ridotta all’essenziale: “Let Me Entertain You” di Robbie Williams durante il gioco, e la notsrana Cavalleria Rusticana di Mascagni nel video introduttivo. Tutto molto anni Novanta, tutto molto british.
Fin qui, il contesto. Poi c’è l’altra faccia del gioco, quella che ancora oggi (soprattutto oggi) suscita reazioni contrastanti.
L’Arsenal Ladies e una scelta sorprendentemente avanti per il 1998
Nel 1998 Actua Soccer 3 fece qualcosa che, all’epoca, non era affatto scontato: inserì una squadra femminile reale e riconoscibile come team sbloccabile. Parliamo dell’Arsenal Ladies, una presenza che oggi può sembrare minima, ma che allora rappresentava un segnale chiaro. Il calcio femminile nei videogiochi era quasi inesistente, e vederlo trattato – seppur in modo limitato – come parte dell’universo calcistico era tutt’altro che banale.
Non era una rivoluzione, ma nemmeno una comparsata casuale. Era una scelta che mostrava la volontà di ampliare lo sguardo, pur restando dentro i limiti culturali del periodo.
Ed è proprio qui che nasce la contraddizione.
Accanto a questa apertura, Actua Soccer 3 nascondeva – letteralmente – qualcosa di molto diverso. Due squadre segrete chiamate Top 50 Babes, composte da attrici, modelle, showgirl e cantanti famosissime all’epoca. Non calciatrici, non atlete, ma icone pop selezionate esclusivamente per l’estetica. Le schermate parlano da sole: nomi celebri, valutazioni cromatiche, un’impostazione che oggi sarebbe difficilmente difendibile.

Nel 1998, però, il contesto era un altro. La cultura videoludica (e non solo quella) viveva ancora di ironia grossolana, provocazioni ammiccanti e una leggerezza che oggi potrebbe apparire cringe. Quelle squadre non erano pensate come “contenuto serio”, ma come gag, come bonus segreto, come strizzata d’occhio a un pubblico maschile ben definito.
Ma come si sbloccavano queste squadre femminili? Actua Soccer 3 (che oggi è facilmente reperibile come abandonware) faceva un uso massiccio dei cheat code, una pratica diffusissima su PlayStation. Inserendo determinati nomi nella schermata di creazione squadra, si apriva un mondo parallelo fatto di team storici, selezioni assurde, club “what if” e sperimentazioni grafiche dichiaratamente nonsense.
Tra questi codici figuravano anche quelli che sbloccavano queste tre squadre al femminile:
LONGDON GIRLS – sblocca l’Arsenal Ladies
YES PLEASE – sblocca Top 50 Babes 1
NO THANKS – sblocca Top 50 Babes 2
Accanto a loro, decine di altre squadre curiose: selezioni di stelle, team dello staff Gremlin, formazioni storiche, fino agli effetti grafici più folli, con palloni da spiaggia, giocatori giganti, minuscoli o addirittura senza testa. Un caos creativo che oggi sarebbe impensabile in un titolo calcistico “ufficiale” (ma che ai tempi era un must: anche i titoli Fifa offrivano chicche notevoli, con palloni giganti e alieni a rapire giocatori durante i match).
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