Final Fantasy XVII sarà presente ai The Game Awards? La speranza dei fan che desiderano un rilancio della storica saga

Square-Enix ha confermato che il prossimo capitolo della saga è in fase di sviluppo, ma i tempi sono già maturi per mostrare qualcosa di quello che dovrà necessariamente essere il capitolo? Lo sviluppatore nipponico non può sbagliare nulla, nemmeno i tempi di rilascio del primo teaser trailer, se vuole sperare in un rilancio di una saga che sembra essersi persa tra le pieghe della modernità.

C’è stato un periodo in cui il mondo intero attendeva con ansia il nuovo capitolo di Final Fantasy, saga che ha avuto il merito sin dagli anni ’80 di sdoganare in occidente il genere dei jrpg. Il nome di questo brand si è legato a doppio filo al successo del Nes, dello Snes e delle prime due Playstation, diventando tra la fine degli anni ’90 e l’inizio dei 2000 la principale killer app delle console di casa Sony.

La popolarità del brand tra l’ottavo e il decimo capitolo era tale che Squaresoft (all’epoca non si era ancora fusa con Enix) decise di sfruttarla per realizzare il primo film interamente girato e recitato in computer grafica. Questa fama si è tramutata presto in un’arma a doppio taglio, visto che la casa di sviluppo nipponica ha cercato in tutti i modi di rendere la sua saga non solo un punto di riferimento per gli appassionati di gdr a turni, ma adatto ad un pubblico universale.

Sono quindi cominciate le sperimentazioni. L’undicesimo capitolo è stato un MMO, il decimo ha ricevuto un sequel/spin-off action, il dodicesimo ha presentato un gameplay strategico in tempo reale (a dire il vero per nulla malvagio) che non è stato apprezzato né dai fan storici né dai neofiti (un sistema simile ha fatto invece la fortuna di Dragon Age, ma il mercato occidentale PC dell’epoca era a se stante), il XIII è tornato ai turni e sarebbe stato anche interessante se la storia non fosse stata stirata in tre capitoli.

Gli ultimi tre capitoli della saga canonica sono stati tutti di genere differente: il XIV è un MMO come l’XI ma in questo caso ha fatto centro, il XV è un action-RPG con un ritmo di gameplay mal gestito (dalla metà in poi passa dalla struttura open world a quella a corridoi diventando un altro gioco) ed il XVI, uscito nel 2023, non ha mantenuto nulla della sua vecchia natura gdr.

La sensazione dei fan è che Square-Enix voglia solo spremere la fama del brand per proporre dei giochi nuovi che altrimenti rischierebbero l’oblio del mercato (cough…ForSpoken…cough). C’è chi al contrario ritiene che se gli ultimi due capitoli avessero avuto altri nomi sarebbero stati maggiormente apprezzati da critica e pubblico (nessuno dei due è effettivamente un cattivo gioco), al che ci si chiede: perché rovinare il ricordo di una saga storica con sperimentazioni prive di cuore?

Final Fantasy XVII lo vedremo ai TGA?

Qualche mese fa il director di Final Fantasy XV, Naoki Yoshida, ci ha tenuto a rassicurare i fan sul fatto che nonostante i risultati commerciali non in linea con le aspettative del sedicesimo capitolo Square-Enix ha tutte le intenzioni di pubblicare un nuovo gioco della sua saga più iconica.

Yoshida però non si è limitato a questo, ha anche detto che all’interno dell’azienda la discussione era aperta per scegliere quale sarebbe stata la direzione da intraprendere. La deriva action dell’ultimo capitolo ha convinto il pubblico e la critica a metà, inoltre la saga remake su Final Fantasy VII che propone un gameplay misto tra action e strategia ha convinto tutti. Inoltre proprio quest’anno è uscito un gioco che ha dimostrato che i combattimenti a turni possono essere resi avvincenti (anche se l’esperimento è difficilmente replicabile), ossia Expedition 33.

Dalle parole del director nipponico si evince che i lavori sono ancora in una fase embrionale e che dunque i tempi non sono maturi per presentare la nuova fantasia finale. Tra l’altro c’è ancora da mostrare il terzo capitolo della saga remake che invece sembra essere in uno stato più avanzato di sviluppo.

Non è da escludere che Square possa avere una sorpresa in serbo per i prossimi TGA, ma è difficile pensare che si tratti proprio di Final Fantasy XVII, tranne che si voglia semplicemente mostrare un concept trailer di pochi secondi che lascerebbe solo l’amaro in bocca.

Cosa serve a Square-Enix per tornare quella di un tempo

L’azienda nipponica non è l’unica grande del passato che sta vivendo o ha vissuto un momento di riassetto per comprendere il mercato. Lo stesso è capitato ad altre due grandi del mercato giapponese come Konami e Capcom. Quest’ultima è stata la prima a comprendere come poteva risollevarsi, ossia presentando remake dei grandi classici molto curati e nuovi capitoli delle stesse saghe (come fatto con Resident Evil e Onimusha) per solleticare i vecchi fan e finanziare progetti nuovi e differenti (Pragmata e Kunitsu-Gami).

La stessa via sta perseguendo con successo anche Konami negli ultimi due anni mentre Square-Enix ci sta provando con risultati meno convincenti. La strategia è quella giusta, ma ciò in cui sta fallendo è la capacità di offrire qualcosa di realmente nuovo. Si deve smettere di cercare il risultato sicuro guardando cosa va nel mercato e ricominciare a proporre le proprie idee, lasciando liberi i creativi di fare ciò che li ha resi famosi: creare mondi talmente belli e coinvolgenti da spingere il pubblico a perdersi al suo interno.


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