GTA 6 a $100? Gli analisti avvertono: è una mossa rischiosa. Ma la questione vera non è il prezzo base, bensì la monetizzazione post-vendita.
La discussione è infuocata e sempre più attuale, man mano che la data dell’agognata uscita s’avvicina: Grand Theft Auto VI varrà mai cento dollari? La domanda aleggia in ogni forum, in ogni social network, in ogni conversazione tra giocatori. Un recente studio della società di analisi di mercato MIDiA Research, riportato da IGN, ha provato a dare una risposta definitiva, e i risultati sono chiari: per gli esperti, un prezzo del genere sarebbe un azzardo commerciale.
Secondo l’indagine, che ha coinvolto oltre 2.000 consumatori statunitensi, solo il 35% degli intervistati acquisterebbe GTA 6 a tre cifre. La fascia di prezzo “dolce”, quella che massimizzerebbe i ricavi per Rockstar Games, rimarrebbe invece il collaudato prezzo standard di 70 dollari. A quel prezzo, la percentuale di acquirenti potenziali schizzerebbe al 60%.
“Un prezzo di 100 dollari lascerebbe effettivamente soldi sul tavolo”, ha affermato Perry Gresham, co-autore dello studio, in un’intervista a IGN. Un’opinione condivisa dal collega analista Brandon Sutton, che ha sottolineato come la decisione di Rockstar su GTA 6 fungerà da monito per l’intera industria.
Tuttavia, fissarsi esclusivamente sul prezzo di listino significa guardare solo la punta dell’iceberg. Il vero, enorme interrogativo che si nasconde sotto la superficie non è quanto pagheremo all’uscita, ma quanto continueremo a spendere dopo.
Il modello di business di Take-Two Interactive, la holding di Rockstar, è ormai chiaro. Prendete NBA 2K o la serie WWE 2K: titoli che, pur venduti a prezzo pieno, sono diventati maestri nella monetizzazione tramite valuta virtuale, battle pass e contenuti a pagamento. È ingenuo pensare che GTA 6, l’opera destinata a ridefinire gli standard del divertimento interattivo per il prossimo decennio (queste sono le aspettative…), non seguirà una traiettoria simile. Anzi, la perfezionerà / la massimizzerà.
GTA Online ha già dimostrato di essere una macchina da soldi senza pari. L’acquisto di “Shark Cards” per ottenere GTA$ in-game ha generato miliardi di dollari di ricavi ricorrenti, trasformando un gioco single-player in una fonte di guadagni duratura. È logico aspettarsi che GTA 6 costruirà su questo pilastro, potenziandolo.
Quindi, la domanda strategica non è se il gioco base costerà 70, 80 o 100 dollari. La domanda è: quale sarà l’ecosistema economico di GTA Online 2? Quanto sarà necessario “grindare” per ottenere l’auto super sportiva dei sogni senza ricorrere all’acquisto di valuta? Quante “Diamond Shark Cards” o equivalenti microtransazioni ci verranno proposte?
Un prezzo di lancio più basso, persino quello standard di 70 dollari, potrebbe essere strategicamente vantaggioso per Rockstar se servisse come esca per un bacino di giocatori più ampio possibile, da monetizzare in modo aggressivo e continuativo negli anni a venire. È un calcolo che va ben oltre il ricavo iniziale.
Come riportato da CNBC in un’analisi sui modelli di ricavo di Take-Two, la società ha visto i ricavi ricorrenti dai consumatori (microtransazioni) crescere in modo esponenziale, superando ormai da anni le entrate legate alle mere vendite del gioco base.
Alla luce di questo, l’ex developer di Saints Row Chris Stockman, che in un’intervista a Esports Insider si è detto speranzoso di un GTA 6 a 100 dollari per “valorizzare il lavoro degli sviluppatori”, forse guarda al problema con un approccio anacronistico. Nell’industria moderna, il prezzo di lancio è solo il biglietto d’ingresso. Il vero costo del viaggio si scopre solo una volta saliti a bordo.
Mentre il CEO Strauss Zelnick continua abilmente a eludere le domande sul prezzo, l’attesa per il 26 maggio 2026 cresce. Ma i giocatori più smaliziati sanno che il prezzo sul listino sarà solo la prima di molte, molte transazioni.
Clicca qui per seguire eSports247.it su Google News