Citizen Sleeper 2: Starward Vector si presenta come un luogo di confine, dove la speranza gioca a dadi con la sopravvivenza dei pochi rimasti a vivere. Il nuovo capitolo di Gareth Damian Martin amplifica la formula che ha reso il primo titolo un cult tra gli amanti della narrativa interattiva, immergendoci ancora una volta nelle viscere corrotte di un sistema galattico sull’orlo del collasso.
Questa volta il giocatore veste i panni di uno Sleeper diverso, un’unità androide priva di ricordi e in fuga disperata assieme al suo compagno umano, Serafin. Insieme scappano dalla ferocia di Laine, leader di una gang criminale, che li vuole uccidere a tutti i costi. La narrazione riprende un po’ le atmosfere noir cyberpunk del primo capitolo, gettandoci in un viaggio errante attraverso la Starward Belt, un mosaico di stazioni spaziali, asteroidi e relitti dimenticati. Il giocatore si trova immerso in un universo di opportunisti e predatori, dove la fiducia è un lusso e la morale una variabile da valutare attentamente. Le scelte sono sempre più cruciali: un dialogo sbagliato, un’alleanza mal calcolata e le conseguenze possono essere letali.
Se il primo Citizen Sleeper brillava per il suo cast di personaggi straordinariamente caratterizzati, il sequel non è da meno. Ogni incontro porta con sé storie e motivazioni complesse, arricchite dallo stile unico dell’artista Guillaume Singelin. Non si tratta solo di comparse nel nostro viaggio, ma di pedine con cui intrecciare relazioni che influenzeranno la nostra avventura e inoltre, alcuni di loro, potranno unirsi alla nostra causa, offrendo abilità specifiche e contribuendo a modificare il futuro dell’avventura.
La gestione del party introduce una dinamica interessante: ogni personaggio ha punti di forza e debolezze che il giocatore dovrà considerare attentamente per massimizzare le chance di successo nelle missioni. E con un sistema di scelte e conseguenze ancora più articolato, ogni decisione pesa più che mai sul cammino da intraprendere.
Laddove il predecessore puntava su un sistema gestionale essenziale ma spietato, Citizen Sleeper 2 evolve la formula con nuove meccaniche ispirate ai giochi da tavolo e ai GDR classici. Ogni ciclo di gioco assegna al giocatore un set di dadi da 1 a 6, da investire in azioni come il lavoro, l’hacking, l’esplorazione e le interazioni sociali. Il rischio e la gestione delle risorse sono al centro dell’esperienza e ogni scelta diventa sempre più ardua e rischiosa. L’abbandono della meccanica della decomposizione fisica dello Sleeper in favore di un sistema di tensione legato alla fuga da Laine conferisce un ritmo più serrato alla progressione e la pressione del tempo percepita è costante e ineluttabile; ogni passo falso potrebbe portare alla disfatta. Nonostante ciò, la possibilità di mitigare il fattore fortuna tramite potenziamenti e abilita speciali permette un approccio più strategico rispetto al passato.
Dal punto di vista estetico e tecnico, il gioco si spinge oltre il primo capitolo senza tradirne l’essenza. Le ambientazioni sono più varie, più dettagliate e arricchite da un nuovo sistema di illuminazione che dona profondità e atmosfera a ogni location. Dalla corrotta Hexport alle derelitte stazioni della Starward Belt, l’universo di Citizen Sleeper 2 è un palcoscenico di desolazione e sopravvivenza, ma anche di resistenza e speranza. La scrittura, come sempre, è il fulcro dell’esperienza: sofisticata, evocativa e fortemente politica. La critica al capitalismo iper-industrializzato e alle disuguaglianze sociali permea ogni dialogo, ogni missione, ogni piccolo dettaglio dell’ambientazione.
Con Citizen Sleeper 2: Starward Vector, Gareth Damian Martin firma un altro gioiello della narrativa videoludica. Il gioco riesce a essere più grande e più ambizioso senza sacrificare la profondità e l’intimità che hanno reso il primo capitolo così speciale. Se amate le storie ben scritte, i giochi che sfidano il concetto stesso di videogioco e le esperienze capaci di lasciare il segno, questo viaggio tra le stelle è decisamente imperdibile.
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