Total War Pharaoh, il nuovo capitolo di Creative Assembly delude la community

In Total War Pharaoh, la divisione bulgara di Creative Assembly è riuscita a creare un sistema sofisticato e complesso con un contesto storico che integra perfettamente i nuovi elementi di gioco con le meccaniche fondamentali della serie.
Questo avvincente titolo ci porta nel XIII secolo a.C., esplorando le vaste distese desertiche dell’attuale Sudan e le montagne dell’Anatolia centrale. In questo contesto, incontriamo territori storicamente ricchi e militarmente contesi: il regno d’Egitto, sotto il dominio del faraone Merneptah, e i paesaggi aridi del Levante, da sempre minacciati dagli eserciti del regno ittita, ormai in declino, e dall’avanzata di un anziano sovrano egiziano del Nord Africa. L’epoca storica ci permetterà in breve tempo di comprendere cosa sia una guerra civile.
Nonostante un paio di nuove meccaniche introdotte, il titolo di CA non è riuscito stavolta a far presa sul grande pubblico, complice forse anche il prezzo eccessivo a cui è stato venduto (59,99 euro). Nonostante alcuni possano contestare il fatto che anche gli altri capitoli della saga siano stati venduti a prezzi simili, in questo caso il comparto contenutistico è nettamente inferiore ai predecessori e quindi è ancora meno giustificabile un prezzo così alto.
La community di Valve ha festeggiato l’arrivo del nuovo strategico in tempo reale di mamma SEGA con poco entusiasmo, e i numeri parlano da soli. Solamente 3.528 giocatori all’attivo sono veramente un numero molto basso, considerando soprattutto gli standard delle altre iterazioni di Total War. Infatti, Total War: Rome II, il controverso capitolo della serie uscito ormai 10 anni fa è tutt’oggi più giocato del nuovo capitolo appena uscito e ambientato in Egitto.
Un altro dei problemi potrebbe essere l’esclusività di vendita sulla piattaforma Valve, che potrebbe limitare l’accesso a tutti quei giocatori che non desiderano utilizzare Steam come piattaforma di gioco.
Il gioco è appena uscito e, anche se l’inizio non fa ben sperare, ha ancora molto tempo per potersi risollevare.