La Corea del Sud è pronta a dominare il settore esports. Un’ascesa che parte da lontano

Negli ultimi decenni, i videogiochi competitivi hanno visto crescere la propria popolarità in maniera esponenziale in tutto il mondo. Nel 2020, il settore esports è un’industria da miliardi di dollari con un seguito enorme, e stando a quanto emerso dalle stime più recenti sembra proprio che la Corea del Sud sia al vertice di questa travolgente ascesa, con un mercato che si aggira sui 6,4 miliardi di dollari.
Una cifra enorme, che rappresenta di fatto l’8,8% del surplus commerciale totale del Paese nel 2018. Ma l’esplosione degli esports nella Corea del Sud non è soltanto dal punto di vista economico.
I giochi competitivi sono diventati ormai profondamente radicati nella cultura di massa sudcoreana, rendendolo un terreno fertile per una scena di gioco pro dinamica e altamente redditizia. In Occidente si tende ancora a vedere il gaming come una roba da svolgere sul divano di casa, a differenza delle strade di Seoul dove pullulano i cosiddetti “PC Bangs”, una roba molto simile agli “Internet Cafè” pensati su misura per il gioco online, dove gli utenti pagano in base alle ore di gioco.
I PC Bangs, che comparvero la prima volta con l’uscita del gioco di strategia multiplayer Starcraft: Brood War nel 1999, sono ormai considerati un pilastro culturale in Corea del Sud. Gli adolescenti di Seoul si incontravano nei PC Bangs dopo la scuola e giocavano a Starcraft per ore e ore, coltivando il sogno di diventare giocatori di livello mondiale. Qualcuno ci è riuscito, come ad esempio Lim Yo-Hwan, conosciuto anche con lo pseudonimo SlayerS_`BoxeR`e comunemente detto BoxeR.
Il Ministero della Cultura della Corea del Sud ha compreso l’importanza di questo settore dando vita alla Korea e-Sports Association (KeSPA), responsabile della gestione di grandi eventi di esports, mentre la scena competitiva si espandeva oltre Starcraft a titoli come League of Legends e Dota 2. Gli eventi sono cresciuti fino a comprendere interi stadi, con decine di milioni di spettatori in tutto il mondo e premi in milioni di dollari.
Per capire quanto è diventato redditizio il settore degli esports della Corea del Sud, è sufficiente considerare che uno dei giocatori professionisti più famosi del Paese, Lee “Faker” Sang-hyeok, ha uno stipendio annuo di circa 4,6 milioni di dollari (il giocatore medio della NFL guadagna 2,7 milioni di dollari, ndr). Questi ingenti guadagni sono ovviamente caratterizzati da entrate pubblicitarie, spese relative a merchandising e biglietti e un flusso costante di sponsorizzazioni.
Il Ministero della Cultura prevede che entro la metà del 2020 verranno introdotti oltre 100.000 nuovi posti di lavoro per supportare la sempre più fiorente infrastruttura di esports sudcoreana.