La Cina banna il gioco online con stranieri

Il partito comunista cinese ha deciso oggi di mettere restrizioni ai propri videogiocatori. Da oggi, infatti, i gamers cinesi non sono più autorizzati a giocare nè tantomeno chattare con giocatori provenienti da altri paesi.
Le proibizioni sono iniziate partendo dal popolare gioco della Nintendo, Animal Crossing, quando l’attivista democratico Joshua Wong ha mostrato alcune scene del gioco dicendo ”it’s too much for the CCP”, insultando il presidente cinese Xi Jinping.
È poi venuto alla luce che molti cinesi, una volta connessi online sulla piattaforma di gioco si lamentassero o postassero contenuti satirici riguardo al partito, sottolineando sopratutto il fallimento sanitario riguardante il Coronavirus.
Il decreto emanato sembra porre restrizioni a diversi contenuti e aspetti video-ludici, fra i quali figurano:
- Piaghe/Infestazioni/Outbreak
- Zombies
- Map Editing
- Gioco di Ruolo
- Clan
Ai videogiocatori è inoltre proibito giocare con giocatori provenienti da altre nazioni e il partito sorveglierà tutti i single/multi-player online. Il governo ha inoltre posto un coprifuoco per gli under-18 i quali non potranno giocare dopo le 22 e un tetto di soldi che si possono spendere con gli acquisti in-game.